Tajani e Donato contro la mozione del Parlamento europeo per rendere l’aborto un diritto fondamentale

di Massimiliano Cassano

Pubblicato il 2022-07-07

Il Parlamento europeo ha votato a maggioranza una mozione per inserire l’aborto tra i diritti fondamentali dell’Ue. Tra i contrari il voto del forzista Antonio Tajani e dell’ex leghista Francesca Donato

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La mozione votata oggi dal Parlamento europeo per inserire l’aborto tra i diritti fondamentali dell’Unione è passata con il voto favorevole di 324 eurodeputati. Ci sono stati 38 astenuti e 115 contrari. Tra questi ultimi diversi italiani di centrodestra, come Raffaele Stancanelli e Nicola Procaccini di Fratelli d’Italia, Matteo Adinolfi e Simona Baldassarre della Lega, la forzista Isabella Adinolfi e due figure di spicco: l’ex leghista Francesca Donato e il coordinatore nazionale di Forza Italia Antonio Tajani. Il testo, che ha come obiettivo quello di sollecitare il Consiglio europeo a modificare l’articolo 7 de  lla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, è stato proposto da alcuni membri del gruppo di Allenza progressista (S&D), di Renew Europe, di Verdi/Alleanza libera Europa (V/ALE) e The Left.

Il Parlamento europeo vota per rendere l’aborto un diritto fondamentale

Nel corso della Plenaria di oggi l’Eurocamera ha anche condannato la recente decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti che ha pesantemente minato il diritto all’aborto definendola una “regressione in materia di diritti delle donne e di salute sessuale”. La mozione è stata respinta dalla quasi totalità degli eurodeputati dei gruppi di destra Conservatori e riformisti (Ecr) e Identità e democrazia (Id). Diverse defezioni anche nel Partito popolare europeo (Ppe), dal quale provengono la presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen e la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola. Ora il Consiglio europeo si riunirà per convocare una Convenzione per la revisione dei trattati.

Eurodeputati “preoccupati” per i finanziamenti ai gruppi anti-genere

Sul tema l’Eurocamera aveva già votato lo scorso 9 giugno, approvando una risoluzione che ribadiva la necessità di tutelare le donne che intendono abortire e chiedeva ai 27 Stati membri di ridurre le limitazioni all’accesso alle cure, con particolare riferimento ai medici obiettori di coscienza. Con il voto di oggi i deputati hanno inoltre espresso la loro “preoccupazione” per un possibile “aumento del flusso di denaro per finanziare gruppi anti-genere e anti-scelta nel mondo, anche in Europa”. Flusso che si teme possa provenire dalle potenti associazioni pro-life statunitensi.

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