Cultura e scienze

L’animalista che non va al corteo per i macachi perché si sta curando (con i farmaci testati sugli animali)

Giovanni Drogo 09/07/2019

Sabato a Parma è andato in scena il corteo contro la sperimentazione sui macachi. Non tutti sono potuti andare, ad esempio quella che si stava imbottendo di antidolorifici sperimentati sugli animali. E chi è andato si è lamentato che “non c’era il presidio medico” a soccorrere due persone svenute per il caldo

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La battaglia delle associazioni animaliste contro la “vivisezione” dei macachi da parte dell’Università di Torino continua. Sabato a Parma, sede dello stabulario dove sono rinchiusi gli animali, ha avuto luogo una manifestazione di protesta per chiedere all’Università di Parma di liberare i macachi destinati agli studi sul blind sight. Il corteo, organizzato da una quarantina di sigle animaliste come Lav, Animalisti Onlus‎, ENPA, OIPA e Animalisti Italiani ha visto la partecipazione (secondo gli organizzatori) di circa 900 persone.

Scusate non posso venire al corteo perché sto prendendo dei farmaci sperimentati sugli animali

Non tutti però hanno potuto partecipare al corteo nazionale per i macachi. Tra quelli che avrebbero voluto andare ma che all’ultimo hanno dovuto rinunciare c’è anche una signora che nella pagina dell’evento ha spiegato che qualche giorno prima si era procurata “un doloroso strappo muscolare” e che nonostante avesse trascorso tre giorni a letto “con Fastum, cerotto Flector e Voltaren” non era in condizione di affrontare il corteo e il viaggio fino a Parma. L’utente in questione non è un troll, è – a quanto pare dal profilo – un’animalista piuttosto convinta.

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Un’animalista che però non si rende conto che il diclofenac (il principio attivo del Voltaren) è stato testato su su animali prima dell’immissione in commercio. Lo si evince chiaramente dal foglietto illustrativo anche per quanto riguarda il Flector (che ha lo stesso principio attivo).

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Qualcuno glielo fa notare e la nostra povera malata dice che il medico gli ha cambiato la terapia, ora a base di Ibuboprofene e e Muscoril (Tiocolchicoside). Ma anche questi sono testati sugli animali, mannaggia. L’alternativa è stare a riposo – consiglia un utente – magari guardando un vecchio film (si sa che sono più efficaci degli ultimi blockbuster).

Quelli che si lamentano che “non c’era alcun presidio medico” alla manifestazione

Anche una delle associazioni che facevano parte dell’organizzazione ha avuto a che ridire su alcuni inconvenienti medici occorsi durante il corteo. A quanto pare sono svenute due persone ma – lamenta Animalisti Onlus – “non ci stava alcun presidio medico“. Chissà, se ci fosse stato (e avrebbe dovuto essere l’organizzazione a pensarci) forse i presenti avrebbero rovistato nell’ambulanza per “liberarla” da tutti i farmaci e i presidi medici sperimentati sugli animali?

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Perché a certi livelli di animalismo è davvero difficile essere coerenti fino in fondo. La quasi totalità dei prodotti farmaceutici (e delle pratiche medico-chirurgiche) è stata sperimentata su animali. Secondo alcune associazioni si tratta di un procedimento inutile, perché la fisiologia umana è completamente diversa da quella di ratti, cavie o macachi e quindi i risultati non sarebbero attendibili.

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Ed è proprio per questo che la LAV ha lanciato tempo fa una campagna al grido di #curiamolitutti dove spiega che «un farmaco veterinario può infatti costare anche dieci volte di più del suo equivalente per uso umano. Anche se il principio attivo è lo stesso». Cosa significa? Che ci sono farmaci umani che hanno lo stesso principio attivo di quelli veterinari, tant’è che la LAV li definisce “equivalenti”. Ma come è possibile? Non eravamo completamente diversi? E su chi sono stati testati i farmaci veterinari?

Leggi sull’argomento: La storia degli estremisti di destra che si aggirano per Vkontakte (pagati dalla Lega?)

 

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