Andrea Mazzillo «scopre» la linea del Comune di Roma sugli sfratti alle Onlus romane

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2017-04-20

Un altro grande successo della giunta Raggi: l’assessore al Bilancio ha scoperto ieri che il Comune sa cosa fare a proposito degli sfratti alle Onlus. Come ci è riuscito se in questi mesi non ha fatto nulla per fermarli? Grazie ad una sentenza della Corte dei Conti che sancisce che non c’è danno erariale per gli affitti agevolati alle associazioni culturali e di pubblica utilità

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Ad Andrea Mazzillo, assessore al bilancio di Roma Capitale, non la si fa: l’altroieri la Corte dei Conti ha emesso due sentenze importanti sul caso Affittopoli nelle quali sostanzialmente si dice che era legittima l’applicazione del canone di affitto scontato all’80% applicato a due Onlus, ovvero l’associazione teatrale Agorà 80 (che gestisce il teatro di Trastevere) e la onlus Insieme con te impegnata nell’assistenza ai malati mentali e alle loro famiglie. Di fatto queste sentenze, che assolvono i funzionari comunali accusati di danno erariale spalancano le porte alla possibilità per il Comune di bloccare l’esecuzione di sfratti, sgomberi e richieste di pagamento degli affitti arretrati (parametrati al canone di mercato) nei confronti delle Onlus romane.
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Cosa ha stabilito la Corte dei Conti sugli affitti a canone agevolato per le Onlus

La Corte dei Conti ha riconosciuto quello che da mesi sostengono le associazioni colpite ingiustamente dalla delibera 140/2015 approvata dalla giunta Marino e successivamente confermata sia dal prefetto Tronca che dalla Raggi. Dal momento che le Onlus svolgono attività di pubblica utilità sociali e culturali per i magistrati contabili era possibile “una utilizzazione a prezzo ridotto e agevolato per finalità sociali e culturali” con il pagamento di un canone d’affitto pari al 20% del prezzo di mercato. Questo significa che anche per le altre Onlus sotto sfratto (o già sfrattate) la situazione cambia e il Comune non è più legittimato a richiedere il pagamento degli arretrati non pagati. Una sentenza che per l’avvocato Stefano Rossi, legale del Cesv (Cento servizi per il volontariato) potrebbe portare al rigetto di tutti i provvedimenti di sfratto: «Nella sentenza si rileva che la scadenza del termine senza che fosse intervenuta la concessione definitiva o senza che la stessa fosse stata rinnovata “non cambiava la natura del bene e la sua utilizzabilità alle stesse condizioni agevolate attuate con il provvedimento originario con conseguente impossibilità di praticare, per esso un prezzo di mercato”. Si arriva così ad escludere la sussistenza del danno erariale. Motivazione che, potenzialmente, porterà al rigetto di tutti gli altri procedimenti». Mazzillo, che in questi mesi ben poco ha fatto per fermare gli sgomberi ed anzi in più occasioni ha detto che il Comune aveva le mani legate e che l’Amministrazione non poteva fare nulla per fermare la macchina che si era ormai messa in moto. Da quanto è assessore al Bilancio Mazzillo si è limitato semplicemente a promettere di aprire al più presto un bando per riassegnare gli spazi liberati e di creare un tavolo per la stesura di un regolamento condiviso per l’assegnazione degli spazi di proprietà del Comune alle associazioni. Nel frattempo il Tribunale Civile di Roma riconosceva che le riacquisizioni erano illegittime ma ancora Mazzillo e la giunta Raggi non avevano preso una posizione che andasse oltre il riconoscimento che “c’era un problema”. Ed è vero che c’è, ma ci si aspetterebbe che l’Amministrazione comunale si adoperasse per trovare una soluzione, soluzione che non può che essere politica (ad esempio cancellato la 140/2015). Anche perché quando era all’opposizione il MoVimento 5 Stelle aveva fortemente criticato la delibera 140 e combattuto per chiedere una moratoria sugli spazi sociali per dare il tempo di stilare un regolamento che consentisse di salvaguardare quelle associazioni che svolgono comprovate attività socialmente utili e di interesse cittadino. Da quando si è insediata la Giunta di Virginia Raggi però nulla è stato fatto per l’approvazione di un nuovo regolamento e come hanno testimoniato numerose Onlus romane le notifiche di sfratto e gli sgomberi hanno continuato a procedere senza che dal Campidoglio venisse detto nulla. In poche parole il Comune ha sempre temporeggiato mantenendo un atteggiamento più che cauto sulla questione, segno forse che non c’era la volontà politica di prendere una decisione a tutela delle associazioni. Qualche settimana fa le associazioni hanno presentato al Presidente e al procuratore generale della Corte dei Conti e al procuratore della Corte dei conti del Lazio «una richiesta di deferimento del Vice Procuratore della Corte Regionale del Lazio Dott. Guido Patti alla Commissione Disciplinare». Nella richiesta le associazioni chiedono di verificare se con il “record” di atti di citazione nei confronti dei dirigenti del Dipartimento Patrimonio di Roma Capitale “non siano stati travalicati i principi che tutelano e garantiscono l’autonomia e l’indipendenza dell’organo inquirente”. Fino alla data della presente istanza – si legge nella richiesta – “risultano notificati circa 200 inviti a dedurre e circa 132 atti di citazione” inoltre “secondo quanto appreso dal personale della Procura Regionale del Lazio sono stati confezionati circa altri 650 atti di citazione”.
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Cosa ha fatto in questi mesi la Giunta Raggi per difendere le Onlus romane

Questo però non ha impedito ad Andrea Mazzillo di intestarsi la decisione della Corte dei Conti scrivendo su Facebook che le due sentenze sono in linea con la posizione dell’Amministrazione a 5 Stelle: «Le pronunce dei giudici contabili sono in linea con la posizione che la nostra amministrazione ha sostenuto negli ultimi mesi». Per la cronaca poco meno di due mesi fa Mazzillo intervenendo durante un’assemblea al Rialto occupato – sede del Forum dell’Acqua – aveva spiegato così la situazione:

Quindi noi ci siamo ritrovati, io come assessore e la giunta Raggi in linea di massima tutta, un problema che non si era gestito nel tempo. Ci siamo ritrovati un mancato regolamento abbiamo chiesto un supporto agli uffici e abbiamo cercato di capire cosa stava succedendo. Però vi ripeto ci sono diversi punti di vista e il primo è quello della magistratura: cioè c’è la magistratura ordinaria ma anche quella contabile che dicono “scusate ma se dei soggetti stanno negli immobili pubblici, non pagano a questo punto devono andare via. Non solo: a questo punto devono pagare tutto ciò che non hanno pagato e siccome non avevano il titolo lo devono pagare con l’indennità di occupazione a titolo di mercato. Questa è la regola generale che è stata portata avanti dalla magistratura ed è questo quello che sostanzialmente gli uffici hanno fatto. Perché gli uffici non fanno altro che rispettare quella che è la norma, se poi un magistrato gli dice “fai così” loro si muovono così.

Mazzillo in quell’occasione disse anche che era necessario rispettare le regole, e le regole in quel caso prevedevano che il Rialto (ma la cosa era valida anche per altre associazioni) venisse sgomberato e che si procedesse invece alla creazione di un regolamento condiviso per poi poter mettere a bando regolarmente gli spazi e gli immobili di proprietà comunali. L’assessore al bilancio disse anchee che l’amministrazione comunale aveva già stabilito nella 140 una priorità agli sgomberi di quelle associazioni che non svolgono funzioni utili per la collettività e di interesse pubblico:

Allora cosa è successo la 140 dava un ordine di priorità e ovviamente le realtà che lavorano e operano nell’interesse pubblico erano all’ultimo e quindi si pensava che attraverso un’opera veloce di costruzione di un regolamento, fatto il regolamento subito si mettevano a bando tutti gli spazi ed era risolto il problema. Il regolamento lo stiamo ancora facendo, quello che è uscito fuori dagli uffici è risultato – da parte della Commissione – non applicabile cioè non era utile per le finalità di cui ci stiamo parlando adesso.

Dal momento che il Comune si è mosso tardi i provvedimenti di sfratto nel frattempo hanno raggiunto le associazioni che operano nell’interesse pubblico e si è venuta a creare la situazione che è sotto gli occhi di tutti e che rischia di azzerare l’associazionismo romano. Questa quindi era la linea dell’Amministrazione comunale. Si può dire anzi che la linea della Giunta è quella di seguire quello che dicono i magistrati: se i magistrati dicono che bisogna procedere agli sfratti e al pagamento del canone arretrato Mazzillo dice che bisogna fare così, se la Corte dei Conti stabilisce che gli sgomberi vanno fermati allora la linea di Mazzillo è di fermare gli sgomberi. È evidente che qui a tracciare la linea non è né Mazzillo né la Giunta ma i giudici, il che se non altro significa che la politica romana ha da tempo abdicato al suo ruolo di guida della città. La domanda è semplice: cosa ha fatto in questi mesi la Giunta Raggi per tutelare l’esistenza delle Onlus romane? La risposta è sotto gli occhi di tutti: ha temporeggiato. Vediamo se ora se la Giunta sarà in grado di tradurre in atti concreti la sentenza dei magistrati contabili, bloccando le richieste di pagamento degli arretrati che partono dagli uffici comunali.

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