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Anastasiya Kylemnyk e le chat su Signal cancellate o nascoste

Alessandro D'Amato 02/12/2019

La fidanzata di Sacchi usava una chat criptata: la memoria dello smartphone però può rivelare quello che la babysitter ha provato a tenere segreto. De Propris e l’accordo con Princi e Del Grosso sulla pistola e sull’omicidio di Luca Sacchi

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Anastasiya Kylemnyk usava la chat di Signal, che grazie al suo sistema di crittografia avanzato rende le conversazioni private molto più sicure, così da non lasciare traccia dei messaggi compromettenti. Marcello De Propris, che ha dato la pistola con cui Valerio Del Grosso e Paolo Pirino hanno ucciso Luca Sacchi, usava invece una scheda intestata a un cittadino del Bangladesh per smerciare droga, mentre Giovanni Princi ha consegnato solo uno dei suoi due cellulari ai carabinieri il giorno dell’omicidio.

Anastasiya Kylemnik: le chat su Signal

Dal sequestro dei loro smartphone le indagini sul delitto Sacchi potrebbero ora avere l’impulso decisivo per risalire, tramite i contatti rimasti finora segreti, i gradini mancanti nella gerarchia di spacciatori e finanziatori all’interno della quale si muovevano i tre. E definire a quanto tempo prima risalgano accordi che, venuti alla luce, appaiono già consolidati. Il Messaggero spiega che domani e mercoledì si terranno gli interrogatori di Princi, ex compagno di scuola del personal trainer, e Anastasia Kylemnyk, fidanzata della vittima.

I due – raggiunti da misure diverse per volere del gip Costantino De Robbio (il primo è stato arrestato mentre lei sottoposta all’obbligo di firma) – potrebbero avvalersi della facoltà di non rispondere. E tuttavia il loro eventuale silenzio potrebbe essere superato dall’esito delle perizie sui telefoni, sequestrati dai carabinieri del Nucleo investigativo che stanno conducendo le indagini per conto della Procura.

Gli inquirenti hanno in mano il cellulare di Sacchi, di Anastasia, di Princi ma anche dei due intermediari (Valerio Rispoli e Simone Piromalli) mandati all’Appio da Valerio Del Grosso a visionare la presenza del denaro per l’acquisto di 15 chili di marijuana.

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E veniamo ad Anastasia. Signal è un’applicazione di messaggistica come Whatsapp, ma più sicura per chi non vuole essere intercettato: durante il passaggio da un telefono a un altro il messaggio è criptato automaticamente e tutto risulta invisibile. È anche possibile impostare un timer per cancellare i messaggi: immediatamente o dopo un’ora o un giorno. Signal era installata nel telefonino sequestrato ad Anastasiya. Per questo sarà più difficile recuperare le discussioni della ragazza di cittadinanza ucraina. Ma Repubblica Roma racconta anche altro:

Continuano poi a uscire particolari dell’inchiesta: come il fatto che nelle intercettazioni tra Marcello De Propris, colui che avrebbe dovuto vendere la droga e che ha armato la mano di Valerio Del Grosso prestandogli la pistola del padre, e Valerio Del Grosso, i due parlano dell’arma come “tuta”. «Me devi riportà la tuta», dice infatti De Propris a Del Grosso. De Propris tra l’altro si adopera per far scappare Del Grosso, così come la sua ragazza, Giorgia D., che all’inizio, all’oscuro di quanto accaduto, affitta la stanza d’albergo in cui si andrà a rifugiare l’omicida, per poi rifiutarsi di fare altro quando verrà a sapere cosa è veramente successo. Giovanni Princi quella sera al pub John Cabot, davanti al quale, poco dopo, sarà ucciso Luca, incontra il fratello più piccolo di quest’ultimo, Federico Sacchi. E gli dice: «Non ho tempo, non sono qui per piacere».

Le piazze dello spaccio e la clientela dei 15 kg di marijuana

Secondo il quotidiano romano Princi e Kylemnyk avevano l’obiettivo di crearsi una piazza dello spaccio con i 15 chilogrammi di marijuana che dovevano acquistare grazie ai 70mila euro di investimento che sarebbero diventati 350mila. Una piazza all’Appio avviata o prossima alla nascita negli ambienti frequentati dai giovani: palestre ma anche feste e locali. Non si esclude che dietro ci sia una terza persona che ha messo il “capitale” delegando ai ragazzi il lavoro sporco.

Princi, inoltre, a differenza di altri testimoni e dei mediatori dei pusher (Valerio Rispoli e Simone Piromalli) si allontana dal luogo del delitto prima che arrivino i carabinieri e ricompare solo quando ha capito come muoversi. Lo stesso si può dire della 25enne ucraina, «che ha agito con freddezza e professionalità nella gestione della trattativa nell’incarico affidatole di detenzione del denaro e di partecipazione alla delicata fase dello scambio». Il suo telefono l’aveva già indirettamente coinvolta nelle indagini delegate dal pm Nadia Plastina ai carabinieri del Nucleo investigativo perché dalle oltre 70 utenze di cui sono stati acquisiti ed esaminati i tabulati il suo numero non compare mai.

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Segno di particolare accortezza nelle comunicazioni, effettuate esclusivamente con strumenti che non lasciassero traccia. La memoria dello smartphone può rivelare però quello che la babysitter ha provato a tenere segreto. Infine il 22enne De Propris, che «ha mostrato di essere pronto con disinvoltura a fornire in breve tempo un ingente quantitativo di stupefacente(a“prima richiesta”, segno della possibilità di approvvigionarsi con sicurezza erapidità ad alti livelli edicontatti converi e propri grossisti della droga operanti nella Capitale)».  «’Stoca…de Marcello ha fatto un macello», commenta un amico dopo l’omicidio rivelandone il coinvolgimento.

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