Il prestito per Alitalia prolungato

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-07-12

Senza la norma inserita nel decreto semplificazioni, Alitalia avrebbe dovuto rimborsare il governo entro la fine del mese. Ma il salvagente lanciato alla compagnia di bandiera non è l’unica novità  nell’ultimo minuto inserita nel provvedimento che sta per essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale

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Il governo ha prolungato fino a fine anno il prestito di Alitalia, postdatando così la restituzione dei 400 milioni di euro ottenuti l’anno scorso dalla compagnia a in attesa della partenza della nuova società che sarà ricapitalizzata con i 3 miliardi di euro stanziati sempre dal governo nel decreto Cura-Italia. Spiega oggi Il Messaggero:

Senza la norma inserita nel decreto semplificazioni, Alitalia avrebbe dovuto rimborsare il governo entro la fine del mese. Ma il salvagente lanciato alla compagnia di bandiera non è l’unica novità  nell’ultimo minuto inserita nel provvedimento che sta per essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Gli articoli del decreto semplificazioni sono saliti a 65.  Tra le norme inserite prima dell’invio del provvedimento alla Ragioneria generale per la bollinatura, c’è anche una modifica fino ad aprile del prossimo anno, per i quorum delle assemblee delle società per deliberare gli aumenti di capitale. «A condizione che sia rappresentata almeno la metà del capitale sociale», dice il testo, «non si applica la maggioranza rafforzata del voto favorevole di almeno due terzi del capitale rappresentato in assemblea» quando bisogna decidere su aumenti del capitale. Per il resto l’impianto del provvedimento viene confermato.

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Alitalia, quanto ci abbiamo perso (Il Messaggero, 26 novembre 2019)

L’obiettivo principale dell’esecutivo è di rendere più veloce la realizzazione delle opere infrastrutturali strategiche (ma la lista delle 130 è allegata al testo del Piano Nazionale delle riforme) proponendo il “modello Genova” e un cambiamento alle norme degli appalti. La norma transitoria, durerà fino al luglio del prossimo anno, prevede fra l’altro l’affidamento diretto per prestazioni di importo inferiore a 150.000 euro e, sopra tale soglia «una procedura  negoziata, senza bando, previa consultazione di un numero di operatori variabile sulla base dell’importo complessivo». Oggetto di molte discussioni è la modifica dell’abuso d’ufficio e del danno erariale, ritenute dal presidente del Consiglio essenziale per superare il “blocco della firma”, ossia la ritrosia dei funzionari pubblici a firmare gli atti, che rallenta molte procedure pubbliche.

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