Politica
La prima pagina del Tempo su Conte “piccolo dittatore” con pieni poteri
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2020-07-12
La prima pagina del Tempo di oggi ha un Giuseppe Conte travestito da “piccolo dittatore” per l’idea di prorogare lo stato di emergenza per il Coronavirus al 31 dicembre
La prima pagina del Tempo di oggi ha un Giuseppe Conte travestito da “piccolo dittatore” per l’idea di prorogare lo stato di emergenza per il Coronavirus al 31 dicembre. Il direttore del quotidiano Franco Bechis spiega in un editoriale il motivo della scelta-shock mentre il fotomontaggio è stato creato a partire da un frame del film Il Grande Dittatore di Charlie Chaplin:
Su 27 paesi europei oltre all’Italia altri 15 durante il culmine della pandemia hanno dichiarato lo stato di emergenza. Nessuno per sei mesi come ha fatto Conte. Solo altri quattro hanno adottato questa grave decisione con un atto governativo, sempre controfirmato però da altre autorità. Undici hanno fatto questa scelta attraverso un voto del Parlamento. In 14 degli altri casi lo stato di emergenza è stato revocato entro un mese o poco più dalla sua adozione. La durata più lunga è stata quella ungherese, di cui si è detto tanto a sproposito.
I famosi “pieni poteri” a Viktor Orban sono arrivati da un voto parlamentare il 30 marzo scorso e il premier ungherese qui descritto come dittatore lo è stato assai meno di Conte, tanto che quei poteri lo stesso parlamento glieli ha revocati il 16 giugno scorso dopo 77 giorni. Il premier italiano quei poteri se li è presi già per 182 giorni (più del doppio del tempo di Orban) e vorrebbe ora prolungarseli per altri 153 giorni vestendo i panni del dittatorello dello stato libero di Bananas per la bellezza di 335 giorni. Immagino che il modello di Conte sia Xi Jinping, perché è il solo altro al mondo ad avere avuto quei poteri durante la pandemia (perché ce li aveva prima e li manterrà dopo), ma spero che ora qualche turbamento davanti a questa sceneggiata lo provi il Quirinale, dove siede il primo custode della Costituzione italiana, Sergio Mattarella.
Non solo lo spero, ma lo credo fermamente, perché secondo autorevoli ricostruzioni è proprio dal Colle che appena colta l’incredibile intenzione del premier, sia stata chiesta una immediata marcia indietro che a denti stretti (“dovrà decidere il Parlamento il nuovo stato di emergenza”) effettivamente c’è stata. Anche perché è evidente a tutti che non esista una sola ragione vera per prolungare quello stato di emergenza. L’unica esistente in Italia in questo momento è proprio quella provocata dalla abnorme durata di questa misura, e dalle chiusure sofferte con regole che non hanno avuto eguali in altri paesi distruggendo piccole e medie imprese e sottraendo reddito ai lavoratori.
Non c’è più una emergenza sanitaria e il governo stesso non la prevede in realtà per il futuro, altrimenti sarebbe lì ad attrezzarsi per tempo chiedendo costi quel che costi gli unici soldi oggi a disposizione: quelli del Mes. Palazzo Chigi non è stata capace di vedere nemmeno l’emergenza reale che esiste, quella economica tanto è che dopo avere rinviato dai primi di aprile al 19 maggio il solo intervento economico rilevante approvato, oggi sta allestendo la stessa identica commedia sul “decreto luglio” pronto ad essere ribattezzato “decreto agosto”. La sola emergenza che ha in testa il premier è quella di blindare con legge speciale la sua permanenza a palazzo Chigi per fondare sulla paura un potere che nessun italiano gli ha mai dato. Non resta che cercare di impedire tanta spregiudicatezza con ogni modo e mezzo utile per renderla inefficace.