Economia

Alitalia, il supercommissario e Atlantia ancora in ballo

neXtQuotidiano 06/12/2019

Dovrà traghettare la compagnia fino a maggio con i soldi del nuovo prestito. Intanto Fabio Cerchiai lascia aperta la porta a Delta e Lufthansa

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Enrico Laghi, Stefano Paleari e Daniele Discepolo, i tre commissari che finora hanno gestito Alitalia, sono in rampa di lancio per l’uscita di scena mentre il ministro dello Sviluppo Stefano Patuanelli e quella dei trasporti Paola De Micheli hanno concordato la nomina di un super-commissario che dovrà traghettare la compagnia fino a maggio con il supporto dei 400-450 milioni del nuovo prestito ponte. Il Messaggero scrive oggi che non è escluso che uno dei tre possa essere il nuovo commissario unico. I tre professionisti avevano in tasca il biglietto aereo per volare domenica ad Abu Dhabi e incontrare il giorno dopo i vertici di Etihad, l’ex partner al 49% di Alitalia con cui è aperto un contenzioso commerciale e legale dell’ordine di 600 milioni. Intanto Fabio Cerchiai di Atlantia rilascia un’intervista per dire che non è stato un errore mollare la partita:

«Non è stato un errore. Il governo ha chiesto che fosse elaborato un piano effettivo di rilancio, non di salvataggio. E noia quello siamo interessati. Con Delta indisponibile a cimentarsi nella gestione della compagnia, è impensabile varare un piano industriale di vero rilancio. Per questo insieme a Fs abbiamo preso contatto con Lufthansa, decisamente più disponibile sul versante industriale, seppure a certe condizioni».

Non avete pensato che abbandonando la partita Alitalia, la trattativa sulle concessioni, con Di Maio pronto a spararvi addosso quotidianamente, sarebbe diventata una salita ancor più ripida?
«Ci abbiamo pensato, tanto è vero che non abbiamo esitato a farne menzione nella lettera del 2 ottobre inviata al ministro Patuanelli. Ma non potevamo fare diversamente.Come si può pretendere che Atlantia si impegni in un’avventura a rischio e destinata ad assorbire ingenti risorse, quando il futuro della più importante controllata del gruppo diventa incerto? Non va dimenticato che a nostra volta abbiamo degli obblighi nei confronti dei 31 mila dipendenti, dei 40 mila azionisti e dei numerosi investitori istituzionali».

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Alitalia, Delta, Lufthansa: il confronto (Il Messaggero, 28 novembre 2019)

Ma se Delta cambiasse idea e decidesse di essere quel partner industriale che voi chiedete, partecipereste all’eventuale nuova cordata con loro?
«Perché no? Si tratta di una compagnia di grande livello,apprezzata in tutto il mondo. Le nostre obiezioni riguardano il ruolo “passivo” che fino ad oggi sembra voler giocare. Lufthansa, che pure chiede garanzie sugli esuberi, ha però un progetto ampio, visto che nei suoi piani c’è l’idea di trasformare l’aeroporto di Fiumicino, che considerano un’eccellenza, nell’hub per l’Europa mediterranea. E questo è un vantaggio per il Paese».

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