German Efromovich: il nuovo pretendente di Alitalia

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-06-30

Primo azionista dell’aerolinea colombiana Avianca: la scelta è ridotta a lui, Lotito e Toto

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German Efromovich, primo azionista dell’aerolinea colombiana Avianca, è il nuovo pretendente di Alitalia. Si aggiunge a Carlo Toto e Claudio Lotito mentre i Benetton sembrano essere ormai fuorigioco. Racconta Ettore Livini su Repubblica che il suo know-how in tema di vettori in crisi, curriculum alla mano, è indiscutibile: il 24 maggio Avianca Brasil, ha chiuso i battenti cancellando mille voli dopo aver dichiarato bancarotta. Stessa sorte è toccata due settimane fa ad Avianca Argentina che ha sospeso le operazioni per 90 giorni in attesa di ristrutturazione. Nelle stesse ore United Airlines, partner di Efromovich nella holding che controlla tutte le attività sudamericane di Avianca, gli ha tolto la guida operativa del business. Il motivo? L’imprenditore sudamericano non ha pagato 456 milioni di debiti con il vettore Usa. Che grazie ai patti parasociali l’ha espulso dal consiglio d’amministrazione prendendo il controllo del secondo vettore del continente.

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Il gruppo Lotito (Il Sole 24 Ore, 13 giugno 2019)

Il problema è che nessuno degli imprenditori che si è presentato al tavolo sembra avere la solidità necessaria per Alitalia:

La prima a scendere in campo al capezzale dell’ex-compagnia di bandiera è stata la famiglia Toto, presentando come credenziali l’esperienza in Air One — venduta a peso d’oro ad Alitalia nel 2009 — e un assegno da 250 milioni appena incassato con la vendita di un campo eolico in Usa. Ma dimenticando di evidenziare — è facile capire perché — i tanti contenziosi che la oppongono ad Anas e Stato sulle concessioni autostradali e la fine amara (leggi il fallimento) della loro ultima esperienza aeronautica alla cloche della Livingston.

A ruota è spuntato Claudio Lotito giurando di aver ottenuto 300 milioni di crediti per entrare da protagonista nel mondo del trasporto aereo. Chi glieli abbia dati non si sa ancora visto che al netto degli interessi calcistici il patron della Lazio gestisce aziende con un giro d’affari inferiore ai 100 milioni (un po’ garantiti dai biancazzurri). Ma lui assicura di fare sul serio e gli advisor di Mediobanca, pragmaticamente, sono in attesa delle prove documentali dell’esistenza del tesoretto

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