Alex Zanardi: l’indagine sulla corsa senza permessi e scorta

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2020-06-21

La «Luino-Santa Maria di Leuca» si è trasformata senza autorizzazioni in una corsa di gruppo su strade aperte al traffico. Questa è l’ipotesi su cui lavora l’indagine sull’incidente in handbike anche se la prova era patrocinata dalla Federciclismo e organizzata da Obiettivo 3 come una «staffetta tra 50 atleti paralimpici»

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La «Luino-Santa Maria di Leuca», a cui partecipava Alex Zanardi, si è trasformata senza autorizzazioni in una corsa di gruppo su strade aperte al traffico. Questa è l’ipotesi su cui lavora l’indagine sull’incidente in handbike anche se la prova era patrocinata dalla Federciclismo e organizzata da Obiettivo 3 come una «staffetta tra 50 atleti paralimpici» con codifica di sedi di partenza e arrivo, percorsi e tabelle di marcia. Ma non aveva autorizzazione, obbligo di  a assicurazione o comunicazione del suo passaggio alle autorità locali o di scorta stradale «abilitata» al seguito. L’autorizzazione non era comunque possibile: fino  al primo agosto l’attività ciclistica  in Italia è vietata per il coronavirus.

Alex Zanardi: l’indagine sulla corsa senza permessi e scorta

Secondo gli organizzatori non c’era bisogno di avvertire le autorità di pubblica sicurezza perché si trattava di “una biciclettata tra amici”. Almeno due comuni, Pienza e Montalcino, erano stati  informati del passaggio della staffetta, ma — per dirla con le parole del vicesindaco di Pienza Giampietro Colombini — «in modo del tutto generico, perché non sapevamo neanche quanti fossero». La macchina della municipale che  precedeva la carovana al momento dell’incidente, però, era quella dei vigili di Pienza. Racconta oggi il Corriere della Sera:

Un portavoce di Obiettivo3 spiega che «la prova andava vista come un’escursione a cui si è unito solo qualche pedalatore della zona». Ma quando venerdì alle 13 è partito da Castel Fiorentino verso  Castelnuovo dell’Abate, Zanardi era «assieme a tanti appassionati ciclisti e professionisti come Daniele Bennati» documenta con immagini il sito arezzonotizie.it. Una foto postata su  Instagram proprio da Bennati mostra, dietro a lui e Zanardi,  un folto gruppo di bikers che occupano la sede stradale. A complicare le cose, il passaggio da Pienza. Il sindaco Manolo Garosi dice di non aver «mai ricevuto comunicazione ufficiale di manifestazioni sportive».

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La handbike di Zanardi e la dinamica dell’incidente (Corriere della Sera, 21 giugno 2020)

Ma a Pienza, certificano i carabinieri di Montepulciano, alla carovana si è unita una vettura della polizia municipale. «Non può essere considerata una scorta — spiega Sgalla — ma piuttosto una cortesia verso un personaggio illustre. Spero che la sua presenza non abbia ingenerato nei ciclisti l’idea che la strada fosse  protetta  perché non lo era». Nell’attimo dell’incidente Zanardi era in testa con altri 8/10 ciclisti: per alcuni testimoni, l’andatura era «allegra». La sua bici si è cappottata a quasi 50 chilometri all’ora, come  registrato da una camera sul manubrio. È lo stesso «bolide» che usa in gara, una F1 delle handbike in carbonio, perfetta in un circuito chiuso al traffico, più problematica in situazioni come quella di venerdì.

E’ stato girato da un giornalista free lance il video amatoriale acquisito dai carabinieri della compagnia di Montepulciano (Siena) che stanno conducendo le indagini, coordinate dalla Procura, sull’incidente in cui è rimasto coinvolto Alex Zanardi. Nel filmato finito agli atti del fascicolo di indagine aperto dal pubblico ministero Serena Menicucci sarebbero stati ripresi i momenti dell’incidente.

L’indagine sull’incidente di Zanardi

La procura ha indagato subito Marco, 44 anni, l’autista dell’autotreno che ha avuto l’impatto con l’handbike. Tuttavia il fascicolo del pm Serena Menicucci si è già arricchito pure degli interrogatori dei promotori di ‘Obiettivo tricolore’, la staffetta paralimpica a tappe da Luino a Santa Maria di Leuca – per rilanciare l’Italia dopo il Coronavirus -, per capire in che condizioni di sicurezza sia stato organizzato il percorso e se è corretto che la pedalata si svolgesse a strade aperte e col traffico in movimento, compreso il camion dell’incidente. Sull’iscrizione nel registro degli indagati del conducente del Tir, un trasportatore di prodotti agricoli, parla di “atto dovuto” il procuratore Salvatore Vitello. L’autista è indagato per lesioni gravissime colpose. Al pm Menicucci ha rilasciato dichiarazioni spontanee. “Me lo sono ritrovato quasi di fronte in una curva, ho sterzato, e così mi ha preso di fianco, altrimenti l’urto sarebbe stato frontale”, avrebbe detto l’indagato al magistrato. Il suo difensore, avvocato Massimiliano Arcioni aggiunge che il camion andava a bassa velocità e che il suo assistito è risultato negativo all’alcoltest. Lui ha parlato anche con Repubblica:

Cos’è successo, Marco?
«L’ho visto con i miei occhi sbandare e cadere. Ha come perso il controllo del mezzo. Prima ha invaso un po’ la mia corsia, poi è caduto a terra sbattendo la spalla sinistra. È stato un secondo, le ruote della sua handbike erano per aria. Ho provato ad allargarmi sulla destra rischiando di andare fuori strada, ma se non l’avessi fatto sarebbe stato un frontale. Con la coda
dell’occhio l’ho visto sparire, ho temuto che fosse finito sotto le ruote».
È una strada pericolosa, quella?
«Un ciclista mi ha detto che la curva dell’incidente è “bastarda”, perché se non stai attento il leggero pendio ti porta a invadere l’altra corsia. Pare succeda spesso».

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L’incidente di Zanardi in handbike (La Repubblica, 20 giugno 2020)

C’era qualche segnalazione?
«No, zero. Un chilometro prima ho notato una macchina parcheggiata lungo il ciglio della strada, credo fosse della provinciale, con una donna al posto di guida. Non stava segnalando niente. Poi, dopo alcune curve, ho visto arrivare la colonna dei ciclisti, preceduta di pochi metri dall’auto della municipale. Era come se la stesse scortando facendo da apripista,
a non aveva lampeggianti e nessuno sventolava bandierine per avvertire del passaggio, come ho visto fare durante le gare. Comunque, ripeto, io andavo a trenta all’ora ed ero nella mia corsia».

È stato sottoposto all’alcol test?
«Sì. Era negativo. Negativo anche il tossicologico. Sono molto ligio, non mi hanno mai ritirato la patente».

Il video rileverebbe una sbandata in curva dell’handbike, verso la corsia opposta, con Zanardi che tenta un recupero in extremis. Ma non ce la fa. Si ribalta e sbatte col rimorchio del mezzo pesante. Proprio per capire che genere di permessi e autorizzazioni, nonché misure di safety, abbiano predisposto gli organizzatori del raduno, i carabinieri di Siena hanno interrogato i promotori di Obiettivo 3, l’onlus di cui lo stesso Zanardi è fondatore.

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