Fact checking
Alessandro Pirrone: l'ex assessore manesco del M5S Roma spiega gli schiaffi al consigliere
Alessandro D'Amato 10/08/2017
Il carretto passava e quell’uomo gridava “Gelati”: Pirrone dice che Milano lo ha deriso per come era vestito (in bianco, come un gelataio). Per quello è arrivato il pizzone che ha mandato il consigliere all’ospedale
Alessandro Pirrone ieri ha dato le sue dimissioni da assessore ai lavori pubblici del IV Municipio, dopo l’episodio dello schiaffo al consigliere M5S Domenico Milano. Oggi Pirrone si sfoga con i giornali e spiega le “ragioni” del suo gesto. E conferma che lo schiaffo lo ridarebbe ancora, visto che racconta di essere stato provocato.
Alessandro Pirrone: l’ex assessore manesco del M5S Roma
Pirrone infatti racconta a Laura Mari di Repubblica Roma com’è andata la faccenda: «Ero vestito di bianco e quando sono passato in corridoio Milano ha iniziato a deridermi dicendo ‘cornetti, bibite, gelati’, come se fosse vestito da cameriere. Può sembrare una sciocchezza, lo so. Ma quando gli ho chiesto perché si comportasse così, lui mi ha guardato con un atteggiamento di sfida. A quel punto gli ho dato uno schiaffo». Insomma, il carretto passava e quell’uomo gridava “Gelati”, come cantava Battisti nei Giardini di Marzo.
Pirrone sostiene di aver dato uno schiaffo a Milano «come farebbe un papà con un figlio indisciplinato». Milano invece dal giorno dello schiaffo è sparito da Facebook e ha ristretto la privacy dei suoi post per rendere visibili soltanto agli amici, senza rispondere ai messaggi che gli chiedevano la sua versione dei fatti. Un comportamento totalmente afferente al concetto di #trasparenzaquannocepare che guida il cammino della Giunta Raggi e dei grillini nei municipi.
Gli schiaffi al consigliere Milano
Repubblica fa notare che all’origine dei dissidi con i consiglieri potrebbe esserci il fatto che lui è un Lombardiano mentre Milano è più vicino a Virginia Raggi. Pirrone nega che ci sia questa motivazione all’origine dei fatti ma poi spiega una cosa della quale un po’ tutti già cominciavamo ad avere contezza: «La base dovrebbe farsi un esame di coscienza. Non tutti quelli che sono stati eletti meritano di restare al loro posto. Se davvero vogliamo cambiare l’Italia, chi non ha le capacità di amministrare dovrebbe lasciare l’incarico».
Con il Messaggero l’ex assessore è ancora più netto: «In questo gruppo non c’è gente leale, la maggioranza difende un uomo con dei problemi, il consiglio più volte ha chiesto di farmi fuori, quanta invidia c’è tra coloro che non hanno le capacità per emergere». Insomma, il M5S è un coacervo di invidiosi e incapaci: «I migliori se ne sono andati. I capaci che volevano davvero cambiare Roma sono stati emarginati. Il sindaco Raggi è sola. Non ha intorno persone capaci, mentre nel IV Municipio manca irrimediabilmente la lealtà, ci sono cellule impazzite qui dentro».