Alberto Perino: il leader No Tav che prima invita a votare M5S e poi si arrabbia con il M5S

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-07-24

Dopo l’annuncio di Conte e le fregnacce di Di Maio nel movimento No Tav partono parole grosse e minacce. Che però dimenticano un fatto di importanza fondamentale: il loro leader ha fatto campagna elettorale per i grillini e gli ha rimediato un sacco di voti perché garantiva lui sulla loro coerenza. E adesso?

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La battaglia dei No-TAV in Val di Susa rischia di ammantarsi di ridicolo. Dopo l’annuncio del giochino di Conte e Di Maio per l’Alta Velocità una serie di post di area No-TAV ha cominciato a minacciare “problemi di ordine pubblico”, ma soprattutto ha dimostrato che anche tra il popolo che si oppone alla ferrovia in Val di Susa c’è chi ha scarsa memoria.

Le minacce dei No Tav dimenticano chi hanno votato i No Tav

Secondo Repubblica, infatti, il messaggio contiene toni piuttosto intimidatori: “Non sa quanto costerebbe, non lo sa nessuno”, si legge tra l’altro nel messaggio “ma sa perfettamente che il debito pubblico aumenterebbe”. E ancora “sa che creerà un problema di ordine pubblico” e “sa che la Torino-Lyon non serve a nulla”. “Conosce perfettamente il rapporto costi/benefici” prosegue il messaggio, “ha ben chiaro che perderà tanti voti e rispetto politico ma dimostra di non conoscere la determinazione dei No Tav”, conclude il post. Ma soprattutto, racconta il quotidiano, a spiccare per affermazioni sopra le righe è il leader storico dei No Tav Alberto Perino.

di maio tav conte m5s - 7

Alberto Perino, storico leader No Tav in Val Susa: «La tensione in Valle c’è sempre stata e la decisione del premier Conte non cambia niente nemmeno da quel punto di vista. Quello che però voglio dire a tutti è che facciano attenzione perché se pensano di inasprire le sanzioni e la repressione fanno un grande errore. Se vogliono fare dei martiri in Valle si ricordino che i martiri possono essere molto pericolosi».

Perché Il No-TAV Alberto Perino dovrebbe vergognarsi del M5S

Eppure Alberto Perino dovrebbe essere il primo No-Tav a stare zitto. Per un motivo piuttosto semplice: prima delle elezioni del 4 marzo 2018 era proprio Perino a “consigliare” ai No-Tav di votare per il MoVimento 5 Stelle, in maniera piuttosto esplicita come raccontano gli articoli di Repubblica, del Fatto Quotidiano e del Giornale dell’epoca.

alberto perino m5s 1

Perino infatti, essendo evidentemente l’unico italiano che non aveva ancora capito cosa aveva fatto il MoVimento 5 Stelle ad esempio a Roma e a Torino, dove si era rimangiato tutte le promesse elettorali di anni e anni di opposizione già all’epoca delle elezioni politiche, era talmente credulone (eufemismo) da credere ai grillini:

« Starei malissimo — aggiunge il “vecchio” No Tav — se dopo il 4 marzo dovessimo notare che i voti che potrebbero essere mancati a qualcuno di nostri candidati, siano andati persi in un’altra lista, che sarà anche No Tav ma senza portare a nulla » . È una prospettiva che il Bovè della Valsusa definisce « drammatica » , dopo aver fatto un endorsement totale a favore dei Pentastellati. «Dobbiamo votare e far votare i 5 stelle, gli unici in Parlamento che sono contro il Tav. Chi non lo fa — avverte — poi non si lamenti» .

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Sì, era proprio “quel” Perino a sentenziare, dimostrando di capire di politica davvero tanto, che il voto a Potere al Popolo sarebbe stato inutile per la causa, mentre quello al MoVimento 5 Stelle sarebbe stato prezioso (e si è visto).

alberto perino m5s

Insomma, la situazione è questa: Alberto Perino ha fatto campagna elettorale per il MoVimento 5 Stelle garantendo che avrebbero bloccato il TAV e cercando di far accaparrare ai grillini più voti possibile. Poi il MoVimento 5 Stelle, come era prevedibile e come si era capito da mesi ormai, ha tirato fuori il fantastico giochino tra Conte e Di Maio per annunciare che la TAV si farà. E ora lui grida alla vendetta e ai martiri. Dovrebbe invece starsene zitto, ma evidentemente anche Alberto Perino ha perso quella virtù che da che mondo e mondo spinge l’uomo a migliorarsi: la vergogna.

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