Air France molla Alitalia per le liti tra Di Maio e Macron

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-02-08

La prima conseguenza della guerra di Salvini e Di Maio alla Francia: niente più partner industriale. Intanto Alitalia continua a bruciare cassa (soldi nostri, eh?)

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Gianni Dragoni sul Sole 24 Ore oggi scrive che Air France-Klm si è sfilata dal salvataggio di Alitalia per motivi politico-istituzionali, ovvero per il “grande gelo” nei rapporti tra i due paesi dopo gli attacchi di Lega e M5S al presidente della Republique Emmanuel Macron:

La mossa di Parigi ha gelato chi sta negoziando l’alleanza tra Ferrovie dello Stato e un partner industriale per dare un futuro alla sofferente compagnia italiana. La decisione, riferita al Sole 24 Ore da fonti autorevoli, è dovuta a motivi politico-istituzionali in seguito al richiamo a Parigi dell’ambasciatore a Roma. Le Fs, in contatto con il ministero dello Sviluppo, erano orientate a scegliere l’americana Delta, che aveva annunciato la disponibilità ad acquisire il 40% della nuova Alitalia insieme al vettore franco-olandese. La quota sarebbe divisa in parti uguali, il 20% a Delta e il 20% a Air France-Klm, entrambe già partner di Alitalia nella joint venture transatlantica.

Il 51% della «newco» dovrebbe far capo a Fs e altri soggetti pubblici. La proposta targata Delta è stata considerata dalle Fs e dal Mise più interessante di quella di Lufthansa. I tedeschi vogliono la maggioranza e rileverebbero poco più di metà di Alitalia. Prima di scegliere il partner, le Fs erano in attesa dell’impegno ufficiale del cda di Air France-Klm. Ma ieri è arrivato il no di Parigi. A questo punto i giochi si riaprono.

A più di tre mesi dalla presentazione dell’offerta vincolante condizionata delle Fs ancora non c’è un partner industriale né un piano industriale approvato:

Delta vuole andare avanti nel progetto, anche per difendere la posizione di supremazia nei voli del Nord Atlantico, che sarebbe messa in discussione se Alitalia finisse a Lufthansa. Delta però non vuole più del 20% di Alitalia. Gli americani sarebbero disposti a una partnership con il terzo pretendente, la britannica easyJet. È da vedere se questa combinazione sia realizzabile e se easyJet accetti di rilevare una fetta del 15%, spiega una fonte. Altrimenti dovrebbe aumentare la quota dei soci pubblici italiani.

Intanto Alitalia continua a bruciare la cassa, ottenuta con il prestito statale di 900 milioni (è sotto i 500 milioni). Ogni giorno che passa il suo futuro si fa più incerto.

EDIT: Bocche cucite da Parigi su un eventuale abbandono del progetto Air France – Klm – Delta Air Lines per Alitalia, che il gruppo franco-olandese tra l’altro non ha mai ufficialmente confermato. “Non facciamo nessun commento”, sottolinea all’Adnkronos un portavoce del gruppo in merito a quanto riportato dalla stampa che oggi segnalava che Af-Klm avrebbe deciso di sfilarsi dalla partita per il salvataggio di Alitalia a causa “di motivi politico-istituzionali”.

Sul dossier Alitalia, spiegano all’Adnkronos fonti vicine alla compagnia francese, non c’e’ stata ancora una formalizzazione della eventuale decisione di intervenire nell’operazione. E’ Delta Air Lines che sta conducendo le trattative e ha chiesto ad Air France-Klm di scendere in campo entrando nel capitale. Da parte del gruppo franco-olandese, sottolineano le stesse fonti, c’e’ una scarsa propensione all’investimento e il suo sarebbe un intervento nelle retrovie. C’è, invece, l’interesse che Alitalia rimanga nell’alleanza Skyteam e nella joint venture transatlantica ed è sulla base di questo presupposto che Air France-Klm valuta le modalità di un sostegno a Delta.

Intanto il ministro Toninelli fa finta di niente: “Il dossier Alitalia è a buon punto. Marzo potrebbe essere un buon mese per questo dossier. Sono sicuro che se lo faremo nessuno ci dirà bravi, perché quando facciamo le cose bene dicono che è scontato”. “Ereditiamo un ventennio malgestito”, ha detto Toninelli, parlando della compagnia aerea. “E’ stata tenuta in piedi con miliardi di soldi pubblici. La faremo tornare un vettore nazionale molto importante e profittevole”.

Leggi sull’argomento: Come Di Maio si è eclissato anche dall’ultimo tavolo su Pernigotti

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