Per «l’acqua di cittadinanza» due miliardi l’anno a carico di chi paga

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-06-03

Il «minimo vitale garantito» da 50 litri a persona, spiega l’articolo 3, comma 4 del disegno di legge, sarebbe «coperto dalla fiscalità generale»

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Due miliardi di euro all’anno di maggiori costi per l’acqua di cittadinanza. A carico del sistema, ovvero di chi già la paga. Sono i costi del disegno di legge del MoVimento 5 Stelle secondo un dossier arrivato al ministero dell’Economia citato oggi da Gianni Trovati sul Sole 24 Ore.

Per «l’acqua di cittadinanza» due miliardi l’anno a carico di chi paga

Dopo il lunghissimo esame in commissione e i due rinvii, il testo sta per puntare al debutto in Aula alla Camera, dove la capigruppo ha calendarizzato l’esame a partire dal 24 giugno. Ma il ministero dell’Economia intanto studiano il progetto che prevede la ripubblicizzazione per legge della gestione del ciclo integrale delle acque  e leggono i risultati di un dossier di Ref Ricerche che dice che per finanziare una sorta di «acqua di cittadinanza», cioè i 50 litri al giorno che il progetto vuole garantire a tutti i cittadini si spenderebbero due miliardi di euro.

Perché la trasformazione forzosa delle attuali società di diritto privato caricherebbe sul debito pubblico almeno 4,4 miliardi di euro in più, rappresentati dal debito oggi nei bilanci delle sole monoutility. E il conto reale dovrebbe salire perché va considerata anche la quota “idrica” delle multiservizi. C’è poi l’assegno da staccare per l’indennizzo ai soci privati cacciati dal capitale delle aziende. Qui la battaglia dei numeri è accesa: il Forum italiano dei movimenti per l’acqua (Fima) lo misura in 1,1-1,5 miliardi, calcolandolo in base al patrimonio netto contabile delle aziende.

m5s acqua pubblica
La gestione dell’acqua pubblica (La Stampa, 18 febbraio 2019)

Oxera consulting, in un’analisi richiamata dal report dell’Istituto Bruno Leoni (Sole 24 Ore del 18 febbraio), lo fa volare invece in una forchetta fra gli 8,7 e i 10,6 miliardi, necessari a rimborsare il valore del capitale investito netto rivalutato. Alcuni nodi si stanno poi manifestando prima che il disegno di legge intraveda la Gazzetta Ufficiale. A più di un’azienda infatti le società di rating hanno già comunicato che il ritorno nel perimetro pubblico produrrà un sicuro downgrade delle loro obbligazioni, mentre l’incertezza sulle loro prospettive societarie complica ovviamente l’emissione di nuovi titoli. Ma il matrimonio con l’ente locale di riferimento aprirebbe anche al rischio di dover rimborsare in anticipo il prestito per il c

Ma soprattutto, il «minimo vitale garantito» da 50 litri a persona, spiega l’articolo 3, comma 4 del disegno di legge, sarebbe «coperto dalla fiscalità generale»:

Il Ref propone un conto dettagliato, dopo aver esaminato il quadro tariffario di 5.566 Comuni. E il pallottoliere si ferma a 1.902.555.761 euro all’anno. Il Forum dei movimenti indica un costo poco sopra i 557 milioni. Si tratta però della sola quota variabile di acquedotto, mentre sulla tariffa idrica pesano anche le quote, fisse e variabili, per pagare fognatura e depurazione, che fanno appunto lievitare il conto.

Sarà contento Salvini.

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