Il piano per le riaperture dal 4 maggio

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2020-04-26

Cosa potremo fare e cosa no dal 4 maggio: già liberi i bagni per chi abita vicino al mare e le passeggiate in montagna. Capitoli aperti: trasporti e riapertura dei negozi

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Stasera o domani il presidente del Consiglio Giuseppe Conte annuncerà in conferenza stampa il nuovo Dpcm con cui avviare la fase 2 del lockdown per l’emergenza Coronavirus SARS-COV-2 e COVID-19 dal 4 maggio. In giornata è prevista la riunione della cabina di regia, quella che vede (metaforicamente) seduti al tavolo Conte e i ministri con rappresentanti delle Regioni e dei Comuni. Il governo con  l’aiuto del comitato tecnico sta ipotizzando una serie di regole per il ritorno alla vita all’aperto. Si va dalle passeggiate, anche distanti da casa, agli allenamenti sportivi, dalle corse (senza mascherina) all’apertura di parchi e giardini, chiusi dall’inizio del lockdown, fino alla possibilità di fare il bagno per chi abita al mare.

Il piano delle riaperture dal 4 maggio

Sul sito della presidenza del Consiglio, alla sezione Faq, è comparso un chiarimento molto dettagliato riguardo la vita all’aria aperta: chi abita vicino al mare può fare un bagno davanti casa, chi sta in montagna può passeggiare nel verde.

È sempre possibile svolgere l’attività motoria in prossimità della propria abitazione principale, o comunque di quella in cui si dimora dal 22 marzo 2020, con la conseguenza che è ammesso, per coloro che abitano in luoghi montani, collinari, lacustri, fluviali o marini – e sempre che non si tratti di soggetto per il quale è fatto divieto assoluto di mobilità in quanto sottoposto alla misura della quarantena o risulti positivo al virus – effettuare tale attività in detti luoghi (ivi compreso fare il bagno al mare/fiume/lago) purché individualmente e comunque nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona. Ciò in quanto i predetti non sono luoghi chiusi al pubblico, come invece lo sono, attualmente, i parchi e le aree verdi urbane, e altresì gli stabilimenti balneari, in cui permane il divieto di ingresso e circolazione.

passeggiate e bagni in mare presidenza del consiglio

Resta fermo che deve trattarsi esclusivamente di attività effettuate senza che occorra allontanarsi dalla propria abitazione e senza che si renda quindi necessario l’utilizzo di mezzi di locomozione pubblici o privati, né significativi spostamenti. Sono fatti salvi, peraltro, diversi e più stringenti divieti imposti su base locale perché giustificati da specifiche situazioni territoriali. La sussistenza delle condizioni in questione (attività motoria svolta in prossimità alla propria abitazione) potrà essere giustificata con autocertificazione, se gli agenti che fanno i controlli la richiedono.

Il 24 aprile sono state 192.443 le imprese che hanno comunicato alle prefetture italiane di aver mantenuto aperti i battenti nonostante il lockdown: il 23% di queste comunicazioni riguardano imprese della Lombardia, seguite da quelle del Veneto (16,4%) e dell’Emilia-Romagna (16,4%). Ora sta a Conte stabilire non solo cosa potranno fare i cittadini e cosa no a partire dal prossimo 4 maggio (l’allentamento della morsa dovrebbe consentire le visite a parenti e amici, ma sempre con tutte le cautele del caso). Ma anche quali altre attività produttive potranno riprendere, già in settimana. Il ministro della Cultura Franceschini ha già annunciato per il 18 maggio la riapertura dei musei.

Il divieto di lasciare la regione

Il divieto di lasciare la propria regione resterà in vigore anche dopo il 4 maggio, fino a data da destinarsi, fatte salve le eccezioni già ammesse ora per chi si sposta per motivi lavorativi o per altre ragioni di assoluta necessità. Mentre per la riapertura di bar e ristoranti bisognerà ancora attendere, almeno fino al 17 maggio. Soprattutto, rimarrà il divieto per feste o celebrazioni,nelle case ma anche all’aperto. Repubblica spiega che il comitato tecnico-scientifico e il ministero della Salute chiedono di mantenere l’autocertificazione per gli spostamenti, mentre il Viminale è pronto a eliminarla puntando sulla responsabilità dei cittadini. Anche sulle mascherine ci sono divisioni: c’è chi vorrebbe renderle obbligatorie per uscire di casa. Altri vorrebbero limitarsi alla raccomandazione (anche perché è difficile garantirle a 60 milioni di cittadini). L’ultima parola spetterà a Palazzo Chigi. Nel nuovo provvedimento sarà indicato come gestire le zone rosse mentre per le mascherine si lavora alla raccomandazione:

Il governo potrebbe adottare la formula della “forte raccomandazione” per mediare tra le due posizioni che si confrontano da giorni tra chi è per l’obbligo sempre e chi lo vorrebbe solo nei luoghi chiusi. Il Comitato tecnico scientifico non spinge per l’obbligo di indossarla sempre. Alcuni governatori hanno già prescritto l’uso obbligatorio e lo strumento delle ordinanze potrebbe assicurare misure più rigide nelle regioni con un numero alto di contagi.Il commissario Domenico Arcuri ha annunciato l’istituzione di un prezzo fisso e il governo le fornirà gratis agli indigenti.

fase 2 calendario ripartenza 27 aprile 18 maggio
Fase 2: il calendario della ripartenza dal 27 aprile al 18 maggio (Corriere della Sera, 24 maggio 2020)

Non solo corsa e bici, ad essere sdoganate subito dovrebbero essere tutte le attività sportive individuali all’aperto e, in un secondo momento, forse anche il tennis. Al Comitato tecnico scientifico è giunta anche la richiesta della Figc di autorizzare la ripresa del campionato mantenendo però in lockdown i calciatori. Due capitoli sono ancora aperti: i trasporti…

Definite le rigide regole per l’uso dei mezzi pubblici che dovranno viaggiare a capienza più che dimezzata, sembra impossibile garantire ai cittadini di riuscire ad arrivare sui luoghi di lavoro con bus, tram e metro. La simulazione fatta giovedì a Roma con la metropolitana ha dato un risultato sconfortante: lunghissime file di persone in attesa, assembramenti, tempi insostenibili. E il ricorso massiccio alle auto lascia prevedere traffico bloccato, inquinamento alle stelle, Ztl da abolire nei centri, parcheggi che non esistono. I termoscanner saranno installati, oltre che negli aeroporti, anche in tutte le stazioni, grandi e piccole, insieme a distributori di gel disinfettante e di guanti e mascherine (obbligatorie). Percorsi a senso unico, marker a terra, contapersone e biglietti elettronici saranno la regola.

autocertificazione 18 maggio
L’autocertificazione per gli spostamenti e il decalogo per il trasporto pubblico terrestre (La Repubblica, 25 aprile 2020)

E la riapertura dei negozi:

Se il 4 maggio potrebbero anche riaprire alcuni negozi (quelli finali di alcune filiere autorizzate), per gli altri potrebbe essere necessario attendere il 18 o addirittura il 25 maggio. Il Comitato tecnico scientifico ritiene che distanziare di una settimana le riaperture non ha alcun senso. Ne occorrono almeno due, meglio tre, per verificare gli effetti della prima ripresa delle attività.Il governo ha fretta di far ripartire l’economia, ma se venisse accolta la richiesta di attendere 14 giorni tra uno step e l’altro, il via libera ai negozi potrebbe arrivare il 18 e, a questo punto, dopo la nuova verifica, l’apertura di bar e ristoranti sarebbe rinviata a inizio giugno. Dubbi anche sulla ripresa delle funzioni religiose. Il Comitato tecnico-scientifico è diviso sull’opportunità di autorizzare la celebrazione delle messe. Più facile il sì ai funerali, ma riservati ai familiari più stretti.

Leggi anche: Autocertificazione per gli spostamenti fino al 18 maggio?

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