235 milioni: così lievita il condono del governo sulle spiagge

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-08-22

Il condono del governo sulle spiagge lievita a 235 milioni di euro perché si allarga a tutti i concessionari demaniali che hanno un contenzioso con lo Stato per gli arretrati

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Il condono del governo sulle spiagge lievita a 235 milioni di euro perché si allarga a tutti i concessionari demaniali che hanno un contenzioso con lo Stato per gli arretrati. La Stampa spiega oggi che tanto la relazione tecnica del decreto quanto il Servizio studi del Senato hanno le idee chiare: il condono vale 235 milioni di euro e tutti i concessionari che hanno un contenzioso aperto possono aderire.

Da governo e maggioranza nelle scorse settimane erano arrivate precisazioni e rassicurazioni sul fatto che il provvedimento si applicasse solo ad un ristretto numero di concessionari, costretti dal 2007 a pagare cifre nettamente più alte. Sono i 300 cosiddetti “pertinenziali”: una particolare categoria di aziende – stabilimenti balneari,locali, negozi – che, come ha stabilito la Corte Costituzionale, da tredici anni si vedono applicare criteri illegittimi per il calcolo dei canoni. Nella direzione delle rassicurazioni del governo va la relazione illustrativa al decreto, che chiarisce che l’accesso al condono è limitato ai pertinenziali. Ma il testo del provvedimento dice altro e – come conferma il dossier sul decreto curato del servizio studi del Senato – non restringe il campo di chi potrà chiudere il contenzioso versando il 30% del dovuto in un’unica soluzione o il 60% a rate in sei anni. Porte aperte per tutti, con la relazione tecnica che parla di arretrati per 235 milioni nel periodo che va dal 2007 al 2020 riferiti a tutte le concessioni (la cifra del resto non è compatibile con l’arretrato, molto meno cospicuo, dei soli pertinenziali, che con l’avvocato Bartolo Ravenna parlano di «vicenda dolorosa per 300 famiglie che si sono viste aumentare i canoni fino al 3000%, non è una sanatoria ma la fine di un’ingiustizia lunga 13 anni)».

regole stabilimenti spiagge libere 29 maggio
Le regole per stabilimenti balneari e spiagge libere dal 29 maggio (Il Messaggero, 20 maggio 2020)

Sull’altro piatto della bilancia, i maggiori introiti attesi per le casse dello Stato grazie all’aumento del canone minimo dei balneari, che sale a 2.500 euro annui garantendo 39 milioni in più e contribuendo così a trovare la copertura finanziaria. Quella copertura che, secondo la Ragioneria, era mancata nelle settimane scorse, quando la sanatoria per i pertinenziali
era già stata proposta da Umberto Buratti, deputato del Pd, con un emendamento al decreto Rilancio. Dopo l’ok unanime in Commissione Bilancio, proprio la Ragioneria si era messa di traverso. Poi il provvedimento è rientrato nel decreto Agosto, ma allargato: «L’obiettivo, nel rispetto di una sentenza della Corte Costituzionale, è risolvere solo la situazione dei 300 pertinenziali, ai quali vengono chieste somme fuori mercato che hanno fatto chiudere numerose attività, ormai inavvicinabili – spiega il parlamentare ed ex sindaco di Forte dei Marmi, dove il rincaro illegittimo è stato particolarmente severo –. Con il mio emendamento si voleva solo chiudere questi contenziosi e ricalcolare gli affitti. Se ora il testo è allargato a tutti i concessionari, vedremo di rimetterci mano in Aula, l’intento non era questo».

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