Sondaggi Regionali: il centrodestra pensa al 4 a 2

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-08-22

Il centrodestra è in vantaggio in territori finora guidati stabilmente dal centrosinistra come le Marche e la Puglia, e accarezza la possibilità di stravincere e dare così una spallata al governo

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Carlo Bertini su La Stampa oggi fa il punto riguardo i sondaggi delle elezioni regionali, segnalando che il centrodestra è in vantaggio in territori finora guidati stabilmente dal centrosinistra come le Marche e la Puglia, e accarezza la possibilità di stravincere e dare così una spallata al governo:

In Liguria Giovanni Toti è dato vincente senza problemi, in Veneto percentuali bulgare per Luca Zaia, nelle Marche il candidato del centrodestra Francesco Acquaroli è sopra del 6-8 per cento rispetto a Maurizio Mangialardi, a detta dei suoi stessi avversari. Dalla parte opposta, in Campania Enzo De Luca è sopra di 10 punti su Stefano Caldoro, in Toscana Eugenio Giani è in vantaggio con il 9-11%, anche se la forchetta con la sua avversaria Sabrina Ceccardi si riduce. In Puglia invece Michele Emiliano soffre, i sondaggi ballano tra la sua vittoria e quella meno gettonata di Raffaele Fitto. «Lì finirà al cardiopalma», ammette un dirigente Dem. Dunque il centrodestra accarezza la possibilità di una vittoria 4 a 2. Riflessi sul governo «Le regionali avranno ripercussioni generali, nessuno si illuda del contrario», è la sentenza depositata ieri sul Foglio da Goffredo Bettini. Ben sapendo però, come tutti i Dem, che il 22 settembre i grillini avranno da sventolare (salvo sorprese) la bandiera della vittoria del sì al taglio dei parlamentari, mentre le sconfitte nelle regioni verranno addossate al Pd, visto che i candidati in pole position sono tutti loro.

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E quindi i Dem si preparano a soffrire e a una resa dei conti col segretario. Ma anche i 5 stelle, indeboliti dalla incapacità di dare seguito al voto su Rousseau per le alleanze, dovranno a loro modo fare i conti per lo scettro del potere a ottobre. E non da meno Matteo Renzi, il cui destino è legato alla percentuale che prenderà in Toscana: se scenderà sotto il 5% saranno dolori veri e Italia Viva si indebolirà ancora di più. Per evitare la batosta il Pd punta la campagna sul cosiddetto «voto utile», quello per i candidati che possono vincere la partita contro Salvini Meloni. Nelle Marche la legge elettorale vieta il voto disgiunto tra liste e candidato governatore, quindi i Dem proveranno a rubare elettori ai 5stelle. Nelle Puglie è consentito il «voto disgiunto», quindi sperano che gli elettori grillini votino doppio: per le liste M5S e per Emiliano. È quello che si augura Nicola Zingaretti quando batte sul tasto che «i nostri candidati sono gli unici in grado di battere la destra». E quando dice che nelle alleanze per vincere «sono altri spesso a mancare all’appello», non fa che addossare già la colpa di future sconfitte proprio ai grillini. Del resto, il suo colonnello nelle Marche, il sindaco di Pesaro Matteo Ricci, è netto: «Chi non vuole l’unità alle regionali, lavora contro il governo Conte». Insomma, i test di questa alleanza Pd-5stelle saranno solo in Liguria con il candidato Sansa, sfavorito, a Pomigliano D’Arco, paese di Di Maio, e a Faenza.

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