21 giugno 2020: c’è l’Apocalisse Maya e non ho nulla da mettermi

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-06-15

Da giorni su Twitter un account chiamato Paolo Tagaloguin scrive che la fine del mondo secondo un’interpretazione autentica del Calendario Maya dovrebbe arrivare il 21 giugno 2020, cioè tra una settimana. La storia rimbalza sul New York Post, sul Sun e sul Mirror che cancella l’articolo. Anche l’account è stato successivamente cancellato

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Si vede che da quando c’è Mattia Feltri alla direzione l’Huffington Post ha tutt’altra serietà: poco fa infatti ha annunciato che secondo il calendario Maya la fine del mondo è prevista per il 21 giugno 2020 a causa di «un presunto errore di lettura del calendario gregoriano, introdotto nel 1582 per sostituire quello giuliano. Col cambio, sono stati “persi” alcuni giorni all’anno, 11 per la precisione, che sommati tra loro danno otto anni di scarto».

21 giugno 2020: c’è l’Apocalisse Maya e non ho nulla da mettermi

Da dove viene la storia? L’Huffington Post cita come fonte il New York Post, che a sua volta cita un tweet, nel frattempo cancellato, di Paolo Tagaloguin, classificato come “scienziato”:

“Following the Julian Calendar, we are technically in 2012 … The number of days lost in a year due to the shift into Gregorian Calendar is 11 days … For 268 years using the Gregorian Calendar (1752-2020) times 11 days = 2,948 days. 2,948 days / 365 days (per year) = 8 years”

Inutile ricordare che nel 2012 venne pronosticata, sempre in base al Calendario Maya, la fine del mondo per il 21 dicembre ma purtroppo siamo ancora tutti qua a leggere il NYP. E qui arriva una sorpresa: perché il giornale invece cita The Sun come fonte iniziale della notizia, e proprio il Sun ricorda la presa di posizione della NASA sulla prima apocalisse: la storia della fine del mondo è nata perché secondo alcuni Nibiru, un presunto pianeta “scoperto” dai Sumeri, avrebbe colpito la Terra in quella data. La catastrofe era inizialmente prevista a maggio 2003 e poi spostata al 2012 collegandola alla fine di uno dei cicli dell’antico calendario Maya.

21 giugno 2020 calendario maya apocalisse

Qui però la storia si complica. Perché il Sun invece cita come fonte The Mirror, il cui articolo però nel frattempo è stato cancellato. Il tweet quindi è stato cancellato, così come l’articolo del Mirror. Ma i buchi nella storia non finiscono qui, perché anche il profilo Twitter di Tagaloguin è stato nel frattempo cancellato.

paolo tagaloguin apocalisse maya calendario maya 21 giugno 2020

In tutto questo bailamme da cancellazioni va segnalato che ResearchGate ha un profilo che si chiama Paolo Tagaloguin, che risulta insegnare all’università del Tennessee e sembra essere più un botanico che un esperto di calendari maya, almeno a giudicare dalle ricerche proposte. Un altro profilo di Paolo M. Tagaloguin si trova invece sul sito della Fulbright, piattaforma  di scambio internazionale per studiosi, artisti e scienziati creato dal senatore statunitense J. William Fulbright nel 1946: qui la sua nazionalità è indicata come filippina e il campo di studio sono le biotecnologie.

paolo tagaloguin apocalisse maya calendario maya 21 giugno 2020 1

Nel frattempo, è inutile dirlo, la storia sta facendo il giro del mondo e compare su moltissimi media di lingua inglese e spagnola. E tutti citano un account che non c’è più e un professore del quale non si è accertata ancora l’identità. Anche se almeno dal tweet fissato possiamo accertarci che il Tagaloguin del Tennessee e quello delle Filippine sono la stessa persona.

Non ci sono però altri account su Twitter o su altri social network riferibili alla stessa persona. In tutto ciò, non si trova nessuno che abbia almeno fotografato il presunto tweet di Tagaloguin. Quindi riassumendo la situazione è attualmente questa: l’Huffington Post cita il New York Post che cita The Sun che cita The Mirror che ha cancellato tutto perché parlava di un tweet di uno “scienziato” – in un campo che nulla c’entra con l’interpretazione dei calendari Maya – che nel frattempo ha cancellato tweet e profilo evidentemente perché terrorizzato dal bailamme creatosi intorno a un tweet che magari voleva soltanto essere scherzoso. È proprio vero che dalle nostre parti la situazione è disperata, ma non seria.

In copertina: foto da Pixabay

EDIT: Marco nei commenti su Disqus all’articolo fa anche notare che il calcolo del professor Tagaloguin è… discutibile (lui usa un’altra parola, ma vabbeh):

A parte che i giorni soppressi sono stati 10, e nel 1582, non 11 nel 1752, ma soprattutto sono stati soppressi solo in quell’anno, gli anni successivi sono andati di pari passo tranne nel 1700, 1800 e 1900, dove nel calendario gregoriano furono soppressi i giorni bisestili rispetto al giuliano. Siamo in tutto a 13 giorni di discrepanza, ad oggi.

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