Cosa si può fare dal 18 maggio regione per regione
di Alessandro D'Amato
Pubblicato il 2020-05-17
Da lunedì 18 maggio si riapre tutto o quasi. Con qualche piccola differenza: il Piemonte ha resistito scaglionando le riaperture: bar e ristoranti apriranno sabato 23. In Campania giovedì 21. Tutti passeranno la domenica a scrivere le ordinanze che entreranno in vigore a mezzanotte
Da lunedì 18 maggio ripartono in blocco le attività nelle regioni per la fase 2 dell’emergenza Coronavirus SARS-COV-2 e COVID-19. L’annuncio di ieri del premier è stato prodromico alle intese con gli enti locali, che sono state comunque in bilico tutta la notte visto che alle 4 di stamattina il ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia segnalava: “Legittime le richieste delle Regioni. L’accordo che riprende le linee guida delle Regioni per le ordinanze sancisce ancora una volta la leale collaborazione tra regioni e governo.Ringrazio i presidenti per aver sempre ricercato una soluzione nell’interesse del Paese. Ogni nuovo passo è fatto su un terreno nuovo per tutti e spesso serve un’assunzione ulteriore di responsabilità”.
Cosa si può fare dal 18 maggio regione per regione
Da lunedì 18 maggio si riapre tutto o quasi. Con qualche piccola differenza: il Piemonte ha resistito scaglionando le riaperture: bar e ristoranti apriranno sabato 23. In Campania giovedì 21. Tutti passeranno la domenica a scrivere le ordinanze che entreranno in vigore a mezzanotte. Spiega oggi Repubblica:
La Liguria batte tutti e d’altra parte Giovanni Toti, insieme a Bonaccini (Emilia Romagna), Zaia (Veneto)e Fedriga (Friuli Venezia Giulia), è stato quello che ha spinto più di tutti. È ancora tra le regioni con un alto numero di contagi ma il suo indice di contagio è allo 0,4 e allora la Liguria riapre da oggi tutto insieme: non solo negozi, bar, ristoranti, parrucchieri, centri estetica, ma anche piscine, centri sportivi e stabilimenti balneari. Ci vorrà una settimana di tempo in più per le spiagge libere della riviera ligure.
«Servono responsabilità e coraggio:ripartire in sicurezza si può e si deve», taglia corto Toti. Si butta anche Fontana consapevole del rischio ancora alto. Milano e la Lombardia non possono rimanere indietro. Negozi, bar, ristoranti, tutte le attività ripartono oggi, ma con obbligo di mascherina anche all’aperto e per i ristoranti di misurare la febbre ai clienti.
Tecnicamente Lombardia, Umbria e Molise si trovano in una situazione di maggiore rischio rispetto alle altre regioni italiane. Le riaperture saranno comunque differenziate, in attesa delle ordinanze che verranno varate oggi. E le differenze nei territori vanno segnalate:
Musei riaperti da domani a Roma: la galleria Borghese e i musei capitolini con le loro mostre. Zingaretti ha già firmato la sua ordinanza. Il Lazio fa ripartire subito anche i tatuatori, i centri commerciali e gli outlet, la nautica da diporto e il pilotaggio aerei. Ripartenza sprint anche per Veneto e Friuli Venezia Giulia che stringono anche un accordo per anticipare i tempi degli spostamenti tra regioni e consentono di ritrovarsi alle famiglie separate da pochi chilometri che vivono nelle zone di confine.
Il governatore della Toscana Rossi si arrende e firma anche lui la riapertura da oggi di bar e ristoranti oltre a negozi e parrucchieri. «La mia opinione era e resta diversa ma non voglio che la Toscana sia penalizzata rispetto ad quadro nazionale». Resiste invece Cirio. Il Piemonte procederà secondo il timing già fissato: domani solo i negozi e i parrucchieri (che a Torino potranno lavorare sette giorni su sette con un orario continuato di 14 ore) mentre bar e ristoranti dovranno attendere il prossimo weekend.
«I bar e i ristoranti e le altre attività di somministrazione alimenti riapriranno in Piemonte dal 23 maggio — spiega il governatore — Una data posticipata di qualche giorno rispetto a quella nazionale per contemperare le esigenze di cautela con quella di consentire alle attività di ristorazione l’adeguamento alle linee guida definite insieme al governo per la riapertura in sicurezza».