Cosa riapre dal 18 maggio in Piemonte

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-05-17

In Piemonte riaprono subito i negozi, parrucchieri e centri estetica. Sì anche agli sport in coppia, dal 20 maggio i mercati non alimentari, il 23 bar e ristoranti

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Il Piemonte, pur tra le 18 regioni a «rischio basso», figura nella parte alta della classifica, tra le realtà territoriali con una «situazione complessa». Il governatore Alberto Cirio era in prima fila con Fontana e Rossi nei giorni precedenti per chiedere prudenza nelle riaperture dal 18 maggio, ma pian piano è rimasto solo perché nessuna regione vuole restare indietro nella ripartenza visto che poi dovrebbero spiegarlo alle attività produttive del territorio.  In Piemonte riaprono subito i negozi, parrucchieri e centri estetica. Sì anche agli sport in coppia, dal 20 maggio i mercati non alimentari, il 23 bar e ristoranti.

Cosa riapre dal 18 maggio in Piemonte

E così è lo stesso Cirio a spiegare oggi a La Stampa la differenza con le altre regioni: «Il 18 tornano in funzione tutti gli esercizi commerciali, compresi i musei. L’unica differenza rispetto alle altre regioni è che ci prendiamo qualche giorno in più per riaprire bar e ristoranti che saranno attivi dal 23». E poi: «L’altra differenza è che riapriremo i mercati mercoledì, perché dobbiamo risistemare le piazze che li devono accogliere». Bar, ristoranti e mercati a riapertura scadenzata quindi. Anche se ufficialmente, come nel resto d’Italia, va tutto bene: «Vorrei che fosse chiaro un aspetto: la nostra non è una regione a rischio. Noi abbiamo tutti i parametri apposto. Oggi il famoso rapporto R con zero, risulta essere a quota 0,34,quindi decisamente al di sotto dei livelli di guardia. Se c’è uno slittamento di qualche giorno per alcune attività questo dipende solo dal fatto che da noi il contagio si è diffuso più tardi».

regioni rischiano di chiudere
La sorveglianza integrata di COVID-19 (Corriere della Sera, 17 maggio 2020)

La novità è che i governatori che erano pronti a chiedere l’autonomia a tutti i costi si sono accorti soltanto dopo che questa era una trappola politica:

Il governatore di Forza Italia deve essere rimasto spiazzato dalla scelta del premier Conte di lasciare agli enti locali la responsabilità di riaprire dal 18 maggio. L’autonomia tanto rivendicata dalle Regioni a guida centrodestra – e ribadita in una lettera di qualche settimana fa al capo dello Stato Mattarella sottoscritta dallo stesso governatore del Piemonte – ora rischia di rivelarsi un boomerang. Non sarà possibile scaricare eventuali colpe di nuove ondate epidemiche su altri. Cirio lo sa.

E l’ultima cosa che può permettersi è passare da irresponsabile. Mentre in Veneto Luca Zaia incassava plausi e addirittura veniva consacrato come volto credibile per la leadership del Paese, Cirio era alle prese con i focolai incontrollati nelle Rsa, con la rivolta dei medici di famiglia perché rimasti a lungo inascoltati e sprovvisti di protezioni e con i passi falsi dell’unità di crisi che ha dovuto rattoppare chiamando in aiuto nuovi esperti. Ora che le cose stanno finalmente prendendo un’altra piega Cirio, già scivolato agli ultimi posti nell’indice di gradimento dei governatori, non ha intenzione di «vanificare gli sforzi».

«Su ogni fattore, da R/0, che rappresenta l’indice di contagio, al numero di terapie intensive, ai casi positivi, si accendono delle spie – spiega un responsabile della Cabina di regia nazionale – e quando il livello da basso passasse a medio, quel territorio verrebbe posto sotto osservazione rigorosa: quando poi si sale fino al livello “alto” allora scattano le restrizioni». E, insieme, anche le accuse e le polemiche.

Leggi anche: Cosa si può fare dal 18 maggio regione per regione

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