Le nuove zone rosse nel bergamasco e il rischio chiusura per tutta la Lombardia

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-03-07

Sotto osservazione in particolar modo la cintura extraurbana della periferia nord-est: quella media valle Seriana che nelle prossime ore – si attende solo il via libera del governo – dovrebbe diventare la seconda zona rossa della Lombardia

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Tra sabato e domenica il presidente del Consiglio Giuseppe Conte firmerà molto probabilmente un nuovo Dpcm contenente le indicazioni sulle nuove zone rosse. Una di queste potrebbe essere quella del bergamasco – nel capoluogo sono risultati positivi anche il prefetto e il questore – che ricade sotto i comuni dei Nembro e Alzano Lombardo, un’area dove vivono 25mila cittadini.

Le nuove zone rosse e il rischio chiusura per tutta la Lombardia

Ma il governo dovrà anche decidere se prolungare o meno l’isolamento delle aree già in quarantena. “Stiamo valutando una serie di misure da prendere in generale nella regione, come nelle altre zone a rischio”, ha detto il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro auspicando che vengano valutate delle misure sanzionatorie per chi viola la quarantena o le regole sanitarie diffuse in questi giorni. “Non è una bravata – ha detto – stiamo studiando eventuali conseguenze per un atto di questo tipo”. Più fonti autorevoli e incrociate sentite da Repubblica attribuiscono al presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana «toni molto drammatici»:

Convocando nel pomeriggio i capigruppo di maggioranza e di opposizione nel suo ufficio, e descrivendo la situazione come «molto grave», Fontana si è detto disposto a chiedere al governo anche misure drastiche come la “chiusura” di tutto il territorio per un mese. Per non rischiare, davanti a una pandemia, di dover prendere più avanti la decisione e di «chiudere per sei mesi». La decisione spetta al governo, c’è chi dice che quella di Fontana sia «un’iperbole», intanto l’ipotesi è in campo.

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Coronavirus: la nuova zona rossa (La Repubblica, 4 marzo 2020)

E che altre “zone rosse” siano alle porte è chiaro. Si parla di Cremona, ma soprattutto dei comuni della bergamasca dove ci sono i nuovi focolai e dove da giorni i numeri registrano un tasso di crescita esponenziale. Sono 623 i cittadini contagiati in provincia di Bergamo, in particolare nella Val Seriana, (86 solo ieri, inferiori solo ai casi di Lodi e pari a circa un quarto di quelli riscontrati in Lombardia). Off limits sono considerate Nembro e Alzano Lombardo, ma la zona rossa potrebbe riguardare tutta la Val Seriana. Ma l’assessore al Welfare Gallera si è affannato a smentire che al momento siano allo studio misure di chiusura per le grandi aree urbane, Milano in particolare. Anche se l’escalation riguarda tutte le province.

A ieri sera i casi nella regione erano 2.612 (su 13.556 tamponi effettuati), anche se ormai vengono sottoposti al test solo i pazienti sintomatici. Negli ospedali regionali, i malati ricoverati sono 1.931, 453 in più rispetto a giovedì. A questi, si devono poi aggiungere i 309 pazienti ricoverati in terapia intensiva.

Valle Seriana: la nuova zona rossa in Lombardia

La vita in queste zone dovrà svolgersi secondo le norme dal decreto ministeriale del 1 marzo scorso: divieto di accesso e allontanamento dal territorio, sospensione di manifestazioni ed eventi di carattere culturale sportivo o religioso, chiusura degli uffici pubblici e dei negozi, salvo quelli essenziali. Sotto osservazione in particolar modo la cintura extraurbana della periferia nord-est: quella media valle Seriana che nelle prossime ore – si attende solo il via libera del governo – dovrebbe diventare la seconda zona rossa della Lombardia. Con i suoi 623 casi (86 in più rispetto a giovedì), la provincia di Bergamo è la seconda più colpita dopo Lodi. Ma per adesso Brusaferro in un’intervista al Corriere dice che non avrebbe senso chiudere tutta la Lombardia:

Allora non c’è mai stata l’ipotesi di istituire la zona rossa per l’intera Lombardia? Le parole riportate da alcune fonti di informazione hanno fatto temere il peggio.
«Non ho mai affermato una cosa simile. Alla domanda se pensiamo di allargare la zona rossa ho risposto semplicemente che stiamo valutando le misure da prendere in Lombardia che è una delle zone critiche. È ben diverso parlare di zona rossa».

Qual è la situazione in Lombardia?
«La curva cresce così come in Emilia-Romagna, siamo in una fase intermedia. Non c’è ancora un rallentamento dell’epidemia ed è su questi dati che noi tecnici dobbiamo basarci per fare valutazioni e suggerire le misure che potrebbero essere prese per cercare di modificare la progressione dei casi».

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I casi di Coronavirus in Italia e negli altri paesi (Corriere della Sera, 7 marzo 2020)

Quando arriverete alle conclusioni e sarete pronti a consegnare il vostro parere?
«In queste ore il nostro lavoro è basato sull’analisi dei dati non solo italiani, tenendo conto della situazione internazionale. È sui numeri che vanno modellate le misure per rallentare la diffusione dell’epidemia».

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