Le incongruenze sulla versione della donna che ha ammesso di aver sfregiato con l’acido due ragazze a Napoli

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-06-01

Le informazioni fornite dalla donna che ha confessato di aver sfregiato con l’acido due ragazze a Napoli “non sono congurenti con gli elementi di prova sin qui raccolti”, dicono gli inquirenti

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La versione fornita dalla donna che ha confessato di essere l’autrice dell’aggressione con l’acido a due ragazze la notte tra domenica e lunedì a Napoli non convince del tutto gli investigatori, che hanno diramato un comunicato per spiegare che le sue dichiarazioni “non sono congurenti con gli elementi di prova sin qui raccolti”. Nella sua ricostruzione ci sarebbero delle lacune che richiedono quindi maggiori accertamenti. La donna, appena ventenne, è zia delle vittime – Elena e Federica – sfregiate con una bottiglietta di acido lanciata da un motorino in corsa nel quartiere sanità del capoluogo campano. Più precisamente è la sorellastra da parte di padre della madre delle due ragazze. Nei suoi confronti è stato notificato un decreto di fermo dalla Squadra Mobile di Napoli e dal Commissariato San Carlo Arena.

Le incongruenze sulla versione della donna che ha ammesso di aver sfregiato con l’acido due ragazze a Napoli

Nei suoi confronti l’accusa è di violenza privata e deturpazione permanente, rischia dagli 8 ai 14 anni di carcere. Si cercano ancora gli altri responsabili del raid, visto che le due vittime hanno raccontato di essere state accerchiate da tre motorini. Come spiega il quotidiano La Repubblica, le due vittime avrebbero riconosciuto la zia a bordo di quello scooter. Alla base ci sarebbero lunghe liti familiari pregresse: da capire se sia collegato a questo anche un altro episodio capitato alla più grande delle vittime, che la notte tra il 10 e l’11 maggio aveva trovato la sua auto arsa dalle fiamme. Secondo le ricostruzioni, la donna avrebbe raccontato che quella follia sia arrivata dopo aver subito diverse vessazioni familiari, anche da parte delle due giovani colpite. Liti di cui erano evidenti i segnali: prima post sui canali social delle protagoniste di questa assurda vicenda, poi quel raid nei confronti di quelle due giovani donne.

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