Zangrillo è tornato in tv per dire che non crede alla seconda ondata di COVID-19

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-09-05

Alberto Zangrillo non ha fatto in tempo a dire di aver usato un tono stonato quando in tv ha parlato di virus clinicamente morto che è andato a In Onda a dire che non crede nella seconda ondata

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Ieri, durante il primo bollettino sulle condizioni di Silvio Berlusconi, il dottor Alberto Zangrillo aveva per la prima volta fatto parziale mea culpa per le sue dichiarazioni televisive sul “virus clinicamente morto”: “Non nego che il 31 maggio, quando in una trasmissione tv dissi, sollecitato provocatoriamente, che il virus è clinicamente morto, ho usato un tono forte, probabilmente stonato, ma fotografava quello che osservavamo e continuiamo a osservare. Negli ospedali dove abbiamo curato in terapia intensiva centinaia di pazienti, fortunatamente non ricoveriamo un paziente con esiti primari ha un significato. Questo non deve portare le persone a comportamenti superficiali. Io non ho mai negato che il virus esista, che contagi e sia stato drammaticamente letale e pericoloso. Però sono stato anche il primo, il 28 aprile, a dire che dobbiamo convivere con Sars-CoV-2, senza tener conto di un eventuale vaccino. Serve rispetto delle regole ma anche distanza dall’isteria collettiva”.

zangrillo in onda non credo seconda ondata video

 

 

Ebbene Zangrillo è tornato in tv ieri sera a In Onda su La7. E ha detto di non credere che arriverà una seconda ondata di Coronavirus: “Sta accadendo fortunatamente che, per tutta una serie di ragioni, la prima delle quali è che abbiamo adottato dei sistemi di tutela individuale e verso il prossimo, che conosciamo perfettamente e che dobbiamo intelligentemente continuare a mantenere. Assistiamo al fatto che i casi gravi praticamente correlati unicamente al virus così come drammaticamente abbiamo visto a marzo ed aprile, non esistono più. E io spero che non riappaiano più in futuro”. E qui mentre Telese interrompe dicendo “colpo di scena” Zangrillo conclude: “Questo vuol dire che io non credo nella seconda ondata e credo che dobbiamo applicare i criteri della sorveglianza, della tempestività e dell’organizzazione con il territorio in modo da consentire a tutti noi di riprendere a vivere”. Dopo il raffreddore di Briatore e Berlusconi asintomatico speriamo abbia ragione.

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