La giornalista russa che voleva un missile su Torino durante Eurovision

di Massimiliano Cassano

Pubblicato il 2022-05-16

La giornalista russa Yuliya Vityazeva, allineata alle posizioni del Cremlino, ha invocato un “missile su Torino” durante l’Eurovision Song Contest, vinto dalla band ucraina Kalush Orchestra

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“Ci vorrebbe un missile su Torino”: con queste parole, affidate al suo account Telegram, la giornalista russa Yuliya Vityazeva, di recente ospitata in talk show italiani come “Diritto e Rovescio” e “Dimartedì” ha invocato la distruzione “con un missile Satan” del Pala Alpitour dove si stava tenendo l’Eurovision Song Contest, vinto dalla band ucraina Kalush Orchestra.

missile su torino yuliya vityazeva
Il messaggio minatorio della giornalista russa Yuliya Vityazeva su Telegram

Tra le reazioni di Mosca all’evento, dalla quale i cantanti russi sono stati esclusi preventivamente, c’era stato anche un annuncio da parte di un collettivo hacker pro-Cremlino di agire sulla trasmissione broadcast della gara e impedirne la diffusione: un attacco non andato a buon fine, a quanto pare, visto che l’evento è stato un successo europeo ed è stato visto anche negli Stati Uniti. Dopo la vittoria dell’Ucraina, il deputato russo Boris Chernyshov ha scritto su Telegram: “Tutti se lo aspettavano e sapevano in anticipo il risultato. È normale nella cultura dell’annullamento. Perché gli altri artisti non si sono inginocchiati? L’Ucraina è il nuovo Black Lives Matter”.

“Un missile su Torino” e le altre reazioni in Russia alla vittoria dell’Ucraina all’Eurovision

E mentre a Mosca si fa largo l’idea autarchica di istituire una versione russa dell’Eurovision Song Contest, sul sito web del quotidiano AiF, un editoriale del giornalista Vladimir Polupanov, descrive la competizione come “falsa” e “noiosamente politicizzata”. “Ha un cattivo odore di palude in decomposizione”, si legge ancora, e “quasi nessuno dei vincitori ad eccezione degli Abba è diventato grande star”. La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha criticato i Kalush Orchestra: “Senza la vittoria dell’Ucraina all’Eurovision il quadro di quanto è accaduto con questo Paese non sarebbe stato completo. Costumi nazionali e strumenti musicali nazionali, due Babe Jaghe (la strega delle favole nei paesi dell’Est, ndr) sulle corde, la break dance e urla su Azovstal. Tutto questo con l’Europa che applaude in piedi. Cali il sipario”. Per la deputata ed ex attrice Yelena Drapeko “l’Eurovision ha smesso da tempo di essere un concorso canoro, è tutto un’azione politica in cui l’esibizione degli artisti non è rilevante per la vittoria”.

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