Attualità

Quelli che difendono Massimo Bossetti e piangono la morte della giustizia

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2017-07-18

Oggi molti fan di “Massy” si strappano le vesti dicendo che la giustizia è morta. Al grido di “Je suis Bossetti” ci spiegano che il processo è tutta una messinscena per incastrare il povero muratore di Mapello, che è innocente

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La Corte d’assise d’appello di Brescia ha confermato l’ergastolo a Massimo Bossetti per l’omicidio di Yara Gambirasio. Per i giudici è lui l’assassino della tredicenne di Brembate di Sopra uccisa sette anni fa e il cui cadavere fu ritrovato in un campo a Chignolo d’Isola tre mesi dopo la scomparsa. La difesa di Bossetti ha commentato la sentenza parlando di un “clamoroso errore giudiziario” e molto probabilmente farà ricorso in Cassazione. Ma non è di quello che è successo all’interno delle aule dei tribunali e dei laboratori di cui ci occupiamo oggi. È del tifo da stadio degli innocentisti, coloro che dopo aver letto tutto il leggibile e visto tutte le trasmissioni di approfondimento si sono persuasi che Massimo Bossetti sia innocente.

L’Internet che assolve Bossetti e se la prende con i giudici corrotti

Che alcuni processi, in particolare quelli relativi a casi di cronaca nera, vengano spettacolarizzati non è una novità. E il caso di Yara Gambirasio non fa eccezione. In questi sette anni gli spettatori hanno potuto leggere le lettere che Bossetti scriveva ad una sua ammiratrice e scoprire dettagli e particolari intimi irrilevanti ai fini processuali. Durante le centinaia di ore di trasmissione ha tenuto banco soprattutto la prova del DNA, fino alle recenti rivelazioni della madre di Bossetti di essere stata inseminata artificialmente. Tutti sono improvvisamente diventati esperti di DNA nucleare e DNA mitocondriale. Anche se praticamente nessuno è mai entrato in un laboratorio di analisi. Addirittura due anni fa un blogger è riuscito ad ottenere le foto del cadavere di Yara e le ha pubblicate sul suo sito.
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Bossetti Libero“, “Giustizia e verità: no all’accanimento mediatico contro Massimo Bossetti“, “Bossetti errore giudiziario?” fino a “Je suis Bossetti“. Questi sono solo alcuni dei nomi di pagine e gruppi dedicati ad analizzare, ma soprattutto a dimostrare, l’innocenza di Massimo Giuseppe Bossetti. C’è chi è preoccupato della “deriva orwelliana” della giustizia e spiega che «oggi 18 luglio 2017, con la condanna in appello di Massimo Bossetti, sta per esalare l’ultimo respiro la Costituzione, il Diritto, la Giustizia».

Le argomentazioni degli innocentisti

Al coro si aggiungono coloro che sostengono che il caso Bossetti ha dimostrato che la legge non è uguale per tutti e che la giustizia non viene più amministrata nel nome del popolo italiano. 
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Per i tifosi di Bossetti in questo processo ci sono due vittime: Yara Gambirasio e Massimo Bossetti. Ma la preoccupazione è soprattutto per il muratore di Mapello.
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Ogni prova, ogni indizio viene sviscerato e analizzato. Vengono riportati aneddoti irrilevanti per “dimostrare” che Bossetti è stato incastrato, che è una vittima sacrificale: il perfetto capro espiatorio per un delitto che rimane quindi senza colpevoli.
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Il popolo chiede la scarcerazione immediata di Bossetti: il processo è falso, indiziario, un teatro tipico della giustizia italiana.
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Ci sarebbe, a detta dei più. un vero e proprio complotto ai danni di Bossetti. E la sentenza della Corte d’Appello non poteva che essere di colpevolezza. Perché “non potevano sputtanarsi tornando sui propri passi” dal momento che “era già tutto scritto dall’inizio”.
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Una delle fan di Bossetti addirittura ha spedito un telegramma di solidarietà a “Massy”. La giustizia avrebbe trionfato solo se fosse stata concessa un’ulteriore perizia sul DNA e avesse assolto “Massy”. Così non è stato quindi la giustizia è morta.

Il documentario di Macchianera

Ad alimentare i dubbi e le speranze degli innocentisti c’è anche Gianluca Neri, meglio noto come Macchianera. Il blogger-investigatore ha trovato una foto satellitare del campo di Chignolo d’Isola. Il detective sostiene di aver dimostrato grazie alle foto satellitari che il corpo di Yara non c’era. Una tesi sposata anche dalla difesa di Bossetti che però evidentemente non ha convinto i giudici.

Gianluca Neri – che ha chiesto anche la ripetizione della perizia sul DNA –  sta girando un documentario dal titolo “Unknow One – Ignoto 1” proprio sulla vicenda giudiziaria di Bossetti e sul caso Gambirasio. Ma lui stesso ha precisato che il documentario non avrà un taglio innocentista né colpevolista. In Aula il Pg ha detto che le foto satellitari “non provano nulla”. Il procuratore generale, Marco Martani, durante la sua requisitoria ha detto che “La tipicizzazione del dna, prima attribuita a Ignoto 1 e poi a Bossetti, è stata fatta correttamente e processualmente utilizzabile. La probabilità scientifica che diventa assoluta certezza”. Il Pg, inoltre, ha spiegato che “raramente nella mia carriera ho visto risultati di ottimizzazione statista così rassicuranti”. Infine il Pg ha spiegato che il “dna nucleare identifica in maniera certa un certo individuo e solo quello”, e ha aggiunto che è “grottesco pensare, come ha fatto la difesa, che il dna ritrovato sugli slip di Yara sia stato costruito ad hoc per incastrare qualcuno”.

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