Tecnologia
Il Wi-Fi fa male, anzi no
Giovanni Drogo 15/01/2015
Uno studio finanziato dalla Saudi Society of Microscopes lancia l’allarme sul rischio delle radiazioni emesse dai dispositivi Wi-Fi. Ma andando a ben guardare le basi scientifiche della ricerca non sono così solide
Una delle domande chiave della contemporaneità è da sempre: “questa tecnologia fa male?” o ancora peggio “è vero che usare questo strumento tecnologico provoca il cancro”? In questi ultimi anni la grande domanda ha messo sotto accusa i prodotti della modernità con i quali abbiamo più rapporti: schermi del computer, forni a microonde e ovviamente i telefoni cellulari. Dal momento che tutti questi oggetti hanno in comune l’emissione di microonde oggi è il turno del Wi-Fi. Un articolo di Salon avverte che il Wi-Fi potrebbe essere pericoloso per la salute dei nostri bambini. Ma sarà vero?
I BAMBINI SONO PIÙ ESPOSTI ALLE MICROONDE
Salon cita una ricerca pubblicata sul Journal of Microscopy and Ultrastructure dal titolo “Why children absorb more microwave radiation than adults: The consequences”. Secondo gli autori dello studio i bambini sono più esposti al rischio di contrarre un tumore a causa delle radiazioni. Il cancro potrebbe manifestarsi anche dopo decenni una volta raggiunta l’età adulta anche se, scrivono gli autori, “Digital dementia has been reported in school age children”. Cosa sia questa digital dementia non è molto chiaro, ma di sicuro sembra essere una cosa davvero brutta. Ma anche lasciando perdere l’utilizzo di termini non propriamente clinici come questo come è stata condotta la ricerca? Non in modo ortodosso a quanto pare, all’inizio si fa riferimento a simulazioni al computer, poi ad uno studio che dimostrerebbe che telefoni cellulari inseriti all’interno dei reggiseni di alcune ragazze avrebbero favorito l’insorgenza di tumori al seno. Altre “prove” sono il fatto che i limiti di esposizione alle microonde sono rimasti invariati negli ultimi 19 anni e che i siti dei produttori e i manuali dei laptop e dei tablet consigliano di stare ad almeno venti centimetri di distanza dall’oggetto. In ultima istanza lo studio stabilisce un’analogia davvero terrorizzante: paragona gli effetti delle microonde a quello di agenti cancerogeni di classe 2B. Il che equivale a dire che il Wi-Fi ha la stessa probabilità di causare il cancro di noti agenti cancerogeni come il DDT, il piombo o lo stirene. Uno studio serio avrebbe davvero bisogno di tirare in ballo sostanze come queste per avvalorare la propria tesi? Nel complesso infine la ricerca consiste in una (molto) breve ricognizione della (poca) bibliografia scientifica sull’argomento. Se coltivare dubbi sulla propria salute è lecito questo modo di fare è davvero troppo poco quando si tratta di fare ricerca scientifica in campo biomedico.
CELLULARI E TUMORI AL SENO? NON CI SONO ABBASTANZA DATI STATISTICI
Andando a cercare si scopre anche che “lo studio” sui cellulari nei reggiseni era in realtà una puntata del medical show del Dr. OZ, la cui validità in campo medico scientifico è tutta da dimostrare. E come se non bastasse, ecco un articolo di Science Based Medicine che spiega come non si tratti di scienza ma di pseudoscienza, anzi di cattiva scienza. Ma se ancora avete dei dubbi ecco un articolo dell’American Cancer Society che spiega come rispondere alla domanda “i cellulari causano il cancro al seno?” sia più complesso che dire sì o no. Innanzitutto non c’è un numero sufficiente di studi riguardanti l’incidenza del tumore al seno nelle adolescenti (perché è una patologia rara a quell’età) quindi è difficile dire che le microonde sono cancerogene, e soprattutto in che misura lo sono perché non ci sono a disposizione studi scientifici ed epidemiologici che abbiano raccolto un sufficiente numero di casi e di dati da poter parlare con assoluta certezza di un rapporto diretto tra il tenere il telefono cellulare sul seno e i tumori al seno. Un altro articolo, pubblicato nel 2013 dal National Cancer Institute, fornisce una serie di risposte alle domande riguardanti il rischio posto dai cellulari per la nostra salute. Anche qui, in mancanza di certezze scientifiche, non resta che sottolineare il fatto che fino ad oggi non ci sono studi scientifici che stabiliscano una correlazione diretta tra l’utilizzo dei telefono cellulari e i tumori. L’articolo però sottolinea la necessità di continuare ad indagare sull’argomento, anche in considerazione del fatto che è in continuo aumento l’utilizzo di prodotti che emettono microonde e quindi anche i livelli di esposizione sono diversi. Nel complesso i risultati degli studi sul rischio derivante dall’esposizione alle radiazioni emesse dai cellulari e da altri apparecchi elettronici sono contrastanti, alcuni studi mostrano che non c’è alcuna correlazione altri invece rilevano una possibile relazione tra i due fenomeni ma generalmente i risultati della maggior parte delle ricerche tendono ad escludere l’esistenza di un legame diretto. Questo aspetto di attuale incertezza della letteratura scientifica consente alle testate giornalistiche di poter prendere una ricerca o un’altra per sostenere la posizione che si preferisce ma non fa giustizia alla verità scientifica.
Foto copertina via Flickr.com