Walter Ricciardi dice che in Lombardia era meglio attendere dopo il 3 giugno

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-05-30

Walter Ricciardi boccia i test sierologici e dice che per la Lombardia un po’ di attendismo non guasterebbe

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Mentre il governo annuncia la tana liberi tutti per gli spostamenti tra regioni a partire dal 3 giugno e il Lazio si prepara alla quarantena per chi arriva da Lombardia e Piemonte, il consulente del ministro della Salute Walter Ricciardi dice in un’intervista a La Stampa che era meglio attendere per la Lombardia:

«La sfida ora è quella di rintracciare e isolare precocemente tutti i nuovi positivi e devo dire che lo si sta facendo bene un po’ in tutta Italia. Ogni settimana vediamo riaccendersi qua a là qualche nuovo focolaio che viene però subito rintracciato e spento».

I dati lombardi, però, non la rassicurano…
«Dove la circolazione del virus è ancora intensa bisogna essere prudenti, quindi per la Lombardia un po’ di attendismo non guasterebbe. Ma le mie sono considerazioni scientifiche, poi spetta alla politica decidere in base ad altre considerazioni sociali ed economiche».

Le riaperture si stanno decidendo su un monitoraggio che fotografa la situazione di tre settimane fa. Cosa ne è stato di quegli indicatori che dovevano darci un quadro del presente?
«Gli indicatori del monitoraggio sono quelli giusti, ma i dati devono essere riforniti costantemente dalle regioni ed essere affidabili».

Sostiene anche lei che qualcuno li manipola?
«Assolutamente no, ma da sempre c’è una certa eterogeneità nei sistemi regionali di rilevamento dei dati. Magari in alcune aree vanno resi più efficienti di quanto oggi non siano».

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Coronavirus: l’indice RT in Italia (Corriere della Sera, 30 maggio 2020)

I nostri 21 sistemi sanitari regionali sono pronti alla sfida delle tre T: tracciare, testare e trattare?
«Diciamo che la situazione è molto eterogenea. Sulla prima T un po’ di ritardo c’è stato, perché il tracciamento deve essere sia tecnologico, e la app deve ancora partire, sia manuale. E qui grazie al decreto rilancio si stanno potenziando i dipartimenti di prevenzione che se ne fanno carico. Sulla seconda T si è potenziato il fuoco dei test diagnostici, che viaggiano da tempo al ritmo di circa 70 mila al giorno. Siamo il Paese che in Europa ne fa di più. Sui trattamenti abbiamo fatto grandi passi avanti con le cure precoci. E poi sappiamo che dobbiamo riporre più attenzione a diabetici, ipertesi, persone sovrappeso. In base alle nuove conoscenze stiamo imparando a convivere con il virus. Ma non dobbiamo abbassare la guardia».

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