Feltri si candida con FdI ma dice di non capire niente di politica

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-07-06

Dopo il “sì” convinto alla proposta di Giorgia Meloni, il fondatore di Libero quotidiano sarà il capolista di Fratelli d’Italia a Milano. Ma ammette di non esser pratico dei meccanismi amministrativi di una città

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Chiamarsi capolista senza apparenti meriti politici. Vittorio Feltri, nella sua franchezza, ha confessato di aver ceduto alla corte di Giorgia Meloni – issandosi al vertice delle liste elettorali che Fratelli d’Italia presenterà in occasione delle prossime elezioni amministrative di Milano – per un puro rapporto di stima con la deputata romana. Una posizione che potrebbe garantirgli un posto sicuro al Comune (almeno secondo i sondaggi sul partito a livello nazionale e meneghino), ma che potrebbe andare ben oltre le sue conoscenze della politica e della macchina amministrativa.

Vittorio Feltri cede alla corte di Meloni, ma dice che non sa nulla di politica

A “confessare” questo limite è stato lo stesso Feltri che, intervistato da AdnKronos poco dopo l’annuncio fatto insieme a Giorgia Meloni, ha spiegato i motivi che lo hanno spinto da dire sì: “Non sono appassionato particolarmente di politica ma quando mi ha chiesto la disponibilità a candidarmi, ho detto di sì. Se me lo avesse chiesto qualsiasi altro, non avrei accettato”. Capolista sì, sindaco no. Già nel corso delle scorse settimane, infatti, il fondatore ed editorialista di Libero quotidiano aveva rispedito al mittente le voci su una sua possibile candidatura a primo cittadino meneghino, sostenuto dal Centrodestra.

Poi la chiamata di Giorgia Meloni e qualcosa è cambiato. Non tutto. Perché Vittorio Feltri conferma che il ruolo di sindaco sarebbe stato troppo impegnativo, mentre quello da consigliere “lo posso fare, non la trovo una cosa così devastante per la mia vita. Aggiungo un’occupazione ad un’occupazione che ho già. Continuerò a fare il direttore editoriale di Libero, perché il consigliere non è che sta lì tutto il giorno. Non è un lavoro, è una collaborazione”.

Nella sua candida versione, poi, Feltri sottolinea anche il suo scarso amore per la politica. E non solo: “Quando sarò lì, cercherò di capire come funziona la baracca, perché non sono pratico. Io non capisco niente, ma di solito sono uno che intuisce quasi tutto”. Ma ha già in mente le prime proposte: eliminare le piste ciclabili e i monopattini dalla città e restituire a Milano un’immagine migliore rispetto a quella mostrata durante questo anno e mezzo di pandemia.

(foto: da Instagram)

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