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Vittorio Feltri candidato sindaco a Milano? Ecco cosa risponde lui

neXtQuotidiano 25/06/2021

Oggi Marco Cremonesi sul Corriere della Sera in un’intervista a Vittorio Feltri gli chiede conto dell’ipotesi che lo vedrebbe candidato sindaco a Milano per il centrodestra dopo la defezione di Oscar di Montigny. E lui prima non smentisce anche se poi…

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Oggi Marco Cremonesi sul Corriere della Sera in un’intervista a Vittorio Feltri gli chiede conto dell’ipotesi che lo vedrebbe candidato sindaco a Milano per il centrodestra dopo la defezione di Oscar di Montigny. E lui prima non smentisce anche se poi…

Vittorio Feltri candidato sindaco a Milano? Ecco cosa risponde lui

Il fondatore di Libero prima non smentisce del tutto che davvero ci sia l’idea di candidarlo nel capoluogo lombardo: “Sì, ho ricevuto qualche segnale in questo senso…”, commenta. Poi però aggiunge: “Beh, in effetti la cosa mi solletica. Anzi, più che solleticarmi, mi lusinga. Però, sa: io non sarei capace di amministrare un condominio, figuriamoci Milano…”. Insomma non è un no secco anche se però il giornalista precisa che per ora si tratta solo di suggestioni: “siccome per adesso non c’è nulla di concreto, mi limito a sorridere…”. Non è la prima volta che Feltri viene scelto come candidato da Lega e Fratelli d’Italia; nel 2015 annunciarono che lo avrebbero votato, almeno inizialmente, come presidente della Repubblica: “A Berlusconi, Toti, Brunetta e Romani vorrei chiedere perché no a Feltri – insisteva Salvini – non gli chiediamo di abbandonare il solenne patto del Nazareno. Almeno nelle prime tre votazioni voti Feltri, non metterebbe in discussione il suo accordo con il Messia Renzi. Non contiamo sul voto dei dissidenti forzisti, ma sul voto compatto del centrodestra, che dalla quarta votazione manterrà gli accordi con Renzi”. Invece nel 2019 come pesce d’aprile annunciò di candidarsi contro Giorgio Gori come sindaco di Bergamo. Il giornalista al Corriere ricorda anche le sue simpatie politiche passate: “Sono stato anche di sinistra. Negli anni Sessanta, a Bergamo, ero socialista. Allora là era tutto controllato dalla Democrazia cristiana, ma a me non è mai piaciuto stare nel gruppo. Nel Psi mi ero anche trovato bene, poi però è arrivato il ‘68 e tutto è diventato un casino”.

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