Per procedere contro il padre di Dibba serve l’ok di Bonafede (che tarda)
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2018-09-20
Il Messaggero ci fa sapere che la richiesta è stata inoltrata a inizio luglio. Ma il ministero della Giustizia non ha ancora risposto
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Il Messaggero ci fa sapere che la vicenda delle minacce alla presidenza della Repubblica da parte di Vittorio Di Battista, padre di Alessandro Di Battista, sta subendo un curiosissimo impasse a causa del ministero della Giustizia retto da Alfonso Bonafede:
La vicenda risale ai giorni della formazione del governo, quando, assieme a decine di altre persone, il padre di Alessandro Di Battista, Vittorio, si lasciò andare a insulti nei confronti del Quirinale: «Mister Allegria, fai il tuo dovere e non avrai seccature», aveva scritto.
Dopo l’iscrizione al registro degli indagati per offese al prestigio e all’onore del presidente della Repubblica, il pm titolare del fascicolo, Francesco Dall’Olio, all’inizio di luglio ha mandato l’intero incartamento al ministero della Giustizia che, per legge, deve valutare l’autorizzazione a procedere nei reati che hanno il Quirinale come parte offesa.
La richiesta però, almeno fino a ieri, risultava ancora senza risposta. Gli uffici di via Arenula fanno sapere che non è stata presa nessuna decisione favorevole o contraria, ma che le richieste saranno valutate tutte insieme.
Nel post contro il presidente della Repubblica, Vittorio Di Battista proponeva anche un assalto al Quirinale: «È più di una Bastiglia, ha quadri, arazzi,tappeti e statue. Se il popolo incazzato dovesse assaltarlo, altro che mattoni».