Virginia Raggi in tribunale il 26 ottobre

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-10-07

La sindaca è stata citata per diffamazione dalla Romeo Gestioni per il caso del patrimonio immobiliare di Roma Capitale

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Virginia Raggi il 26 ottobre sarà in tribunale. Lo scrive il Messaggero in un articolo di Simone Canettieri, in cui si racconta che la sindaca è stata citata per diffamazione dalla Romeo Gestioni:

A far partire la denuncia le parole della sindaca rilasciate in commissione Antimafia il 19 ottobre del 2016. In quella occasione la grillina disse: «Abbiamo trovato il patrimonio in una situazione disastrosa. Roma non sa quali immobili ha: Roma non conosce il proprio patrimonio. È una cosa completamente assurda». E non lo conosce, proseguì Raggi, perché per anni «ha affidato la gestione del proprio patrimonio immobiliare a società esterne».
Una delle principali, fu l’affondo della pentastellata, è «la Romeo Gestioni, che effettuava la gestione del patrimonio attraverso procedure informatiche». Quando venne interrotto il contratto tra Roma Capitale e la Romeo Gestioni quest’ultima, secondo la ricostruzione della Raggi, «si è portata via tutti i dati e dopo una serie di contenziosi peraltro ancora in essere ha restituito 100 bancali di carta che dovrebbero essere aperti, visionati e inseriti all’interno di un sistema».

salvatore romeo virginia raggi
L’udienza servirà a decidere se la sindaca deve essere rinviata a giudizio. Della vicenda avevamo parlato il 3 marzo scorso. Al centro c’è il caso dell’archivio cartaceo «scaricato» all’ex Fiera di Roma e il patrimonio, gestito praticamente «in esclusiva» dalla Romeo Gestioni per circa dieci anni, cioè dal primo affidamento del 2005 all’ultima proroga fino all’ottobre 2014, un modello «global service» da 11 milioni che affiancava alla manutenzione ordinaria degli immobili (4 milioni di euro) anche l’attività amministrativa, dall’invio delle bollette alla contabilità passando per i contenziosi (7 milioni di euro).

Perché durante affittopoli, le accuse incrociate colpirono «necessariamente» la società da dieci anni incaricata della gestione del patrimonio. Si insisteva, soprattutto, sul mancato recupero delle morosità, o comunque l’avvio di azioni legali, e sull’aggiornamento dei canoni, incredibilmente bassi. Critiche sempre respinte dal gruppo, che anzi ha incolpato l’amministrazione di «non voler attivare contenziosi con gli inquilini» e di immobilismo sull’aumento delle tariffe «decise solo a settembre 2014, 16 anni dopo l’emanazione della legge del ’98 e a pochi giorni dalla scadenza del rapporto contrattuale con Romeo».

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