Da Virginia Raggi a Michele Giarrusso: la fronda di iscritti (ed ex) al M5S contro il green pass

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-02-16

Si moltiplicano i senatori che presentano ricorso contro l’obbligo di Super Green Pass agli over 50 per accedere all’aula. Virginia Raggi costretta a partecipare via Skype a un incontro con Beppe Grillo

article-post

Con il progredire delle restrizioni anti-Covid ai non vaccinati, come l’obbligo di Super Green Pass sui luoghi di lavoro per gli over 50, diventa sempre più difficile per gli esponenti politici non vaccinati che non hanno voluto dirlo apertamente continuare a mantenere il segreto. È il caso di Virginia Raggi, che cinque mesi fa a specifica domanda rispondeva: “La situazione è quella che ho sempre detto: sono in mano ai medici per valutare quando farlo. Seguo le prescrizioni mediche e mi fido dei dottori che stanno valutando che cosa fare e quando fare”. Si spiegherebbe soltanto in questo modo – argomenta questa mattina il Corriere della Sera – la sua mancata presenza all’hotel Parco dei Principi di Roma per incontrare Beppe Grillo, sceso da Genova nella Capitale per un confronto con i big del Movimento 5 Stelle in seguito all’ordinanza del Tribunale civile di Napoli che ha “sospeso” Giuseppe Conte dalla carica di presidente. Si è collegata via Skype, visto l’obbligo di Super Green Pass per entrare in albergo.

Da Virginia Raggi a Michele Giarrusso: la fronda di iscritti (ed ex) al M5S contro il green pass

Uno che invece col M5s ci ha avuto a che fare fino alla fiducia votata al governo Draghi è Emanuele Dessì, senatore fuoriuscito dal movimento e confluito oggi nel Partito Comunista di Marco Rizzo. Ieri ha presentato un ricorso contro il divieto d’accesso in aula agli over 50 non vaccinati né guariti dal Covid: “Io credo nella scienza, nella medicina, nei vaccini. Sono un soggetto oncologico, se non ci credo io nella scienza non ci crede nessuno. Eppure sono contro l’obbligo di green pass che potrebbe tenere lontano dal lavoro un milione e mezzo di italiani. Non ha senso questa misura in questa fase della pandemia”. Mario Michele Giarrusso ha seguito un inter simile a quello di Dessì, solo che la sua destinazione finale è stata Italexit, il partito di Gianluigi Paragone. Anche lui ha presentato ricorso. A una persona che gli ha chiesto se fosse vaccinato ha replicato: “Scusi, ma come si permette? Io per caso le chiedo che anticoncezionale ha usato lei o sua moglie? Dire no all’obbligo del green pass per entrare in Parlamento vuol dire opporsi a una norma fascista. Lo sa che cosa potrebbe accadere un domani? Che una maggioranza potrà approvare una legge che impedisce l’ingresso al Senato a quelli che non sono alti oltre un metro e ottanta, non sono biondi, non hanno gli occhi azzurri”.

Potrebbe interessarti anche