Fatti
Virginia Raggi e l'emergenza rifiuti a Roma
Alessandro D'Amato 07/04/2017
La Regione sancisce l’emergenza, il Comune firma l’ordinanza per portare i rifiuti da Cerroni, la prefettura dovrebbe procedere al commissariamento del Colari. Così si salva la Pasqua. Ma la soluzione definitiva è ancora molto lontana
Alla fine è la Regione a prendersi la responsabilità di sancire l’emergenza rifiuti. E Virginia Raggi in mattinata ha firmato l’ordinanza che indica ad AMA di portare 1200 tonnellate di rifiuti nei TMB del COLARI, il consorzio che gestisce le aziende di Manlio Cerroni. Adesso la sindaca aspetta la prefettura che deve procedere al commissariamento di COLARI per i rapporti con AMA.
Virginia Raggi e l’emergenza rifiuti a Roma
Si fa quindi quello che aveva auspicato Daniele Fortini meno di un anno fa, quando di fronte al “patto della monnezza” stretto tra il Comune e il Colari sotto la benedizione di Paola Muraro aveva obiettato che l’interdittiva antimafia del 2014 impediva ad AMA di entrare in rapporti con l’azienda e aveva auspicato il commissariamento del consorzio. Questo è possibile grazie alla Regione, che sancisce l’emergenza e invita il Comune a muoversi sulla base dei riscontri di ARPA che ha svolto i controlli negli impianti e ha trovato rifiuti accumulati vicino agli impianti.
Tanto basta a sancire l’emergenza e a consentire a Virginia Raggi di muoversi come da accordi presi nel vertice di un paio di giorni fa alla presenza del prefetto Paola Basilone, dell’assessora Pinuccia Montanari e del responsabile di via della Pisana Mauro Buschini, oltre al dg di AMA Stefano Bina e al presidente di ANAC Raffaele Cantone. Proprio a causa dell’interdittiva AMA non può pagare Cerroni, mentre la gestione attuale dei rifiuti non si basa su un contratto firmato tra la municipalizzata e il Colari (per lo stesso motivo). Una soluzione ci sarebbe. La prefettura di Roma potrebbe procedere al commissariamento del Colari, applicando la legge e così superando l’interdittiva. Ai più attenti di voi non sfuggirà che questa era proprio la soluzione caldeggiata all’epoca dalla buonanima di Fortini, nel frattempo ingiustamente cacciato dall’AMA proprio all’epoca del primo Monnezzagate e con la regia della Muraro.
Il «ricatto» di Manlio Cerroni
Negli impianti di smaltimento del TMB del Colari infatti durante le scorse settimane la raccolta dei rifiuti è andata a rilento perché i cancelli, come nel giugno scorso, hanno cominciato a chiudersi e riaprirsi a comando: così il consorzio sperava di ottenere il pagamento che gli spetta per gli accordi con il Comune ma impedito dall’interdittiva. Spiega oggi Il Messaggero:
Nelle puntate precedenti: un mese fa il Consiglio di Stato ha confermato una interdittiva prefettizia antimafia firmata dall’allora prefetto Pecoraro nel 2014 (e sospesa dal Tar) nei confronti di Colari, il gruppo fondato da Cerroni, proprietario degli impianti di trattamento di Malagrotta. Sulla base di quel pronunciamento, un’azienda pubblica come Ama non può pagare i servizi di Colari e dunque i due impianti di Malagrotta si bloccheranno perché il consorzio non potrà a sua volta pagare stipendi e fornitori. Senza quei due impianti, però, Roma va in emergenza (è già in crisi) perché non sa dove trattare 1.200 delle 3.000 tonnellate di indifferenziato prodotte ogni giorno.
Il Campidoglio, in realtà, si è già attivato. E Ama è al lavoro per evitare che, sfruttando le feste, i turni festivi rimangano sguarniti. Ma un calo delle prestazioni,inognicaso,ci sarà, perché al posto dei 7mila dipendenti che lavorano in media nelle giornate ordinarie, per Pasqua e Pasquetta la partecipata comunale potrà contare su meno di 2mila addetti. L’anno scorso vennero impiegati 1.850 dipendenti (1.450 operatori ecologici più 400 autisti), soprattutto nelle zone centrali per garantire la raccolta differenziata, ma anche la pulizia e lo spazzamento delle strade
In questo ambito la soluzione proposta dal Comune dovrebbe per lo meno evitare i cumuli di spazzatura in città per Pasqua e Pasquetta, mentre manca un piano di medio termine per la risoluzione definitiva del problema. L’assessora Montanari ha annunciato il 70% di differenziata entro il 2021, annunciando per il 2019 la chiusura del TMB Nuovo Salario e ben tre nuovi impianti per l’organico. Tutto bello, bello, bellissimo, ma è impossibile non notare che per il problema di oggi le soluzioni sono soltanto emergenziali.
La nota del Colari
“Roma (raccolta differenziata più o meno incrementata a parte) non ha realizzato gli impianti attesi, programmati e autorizzati e più ancora la discarica di servizio alternativa a Malagrotta, chiusa nel 2013, ed è costretta per chiudere il ciclo dei rifiuti a chiedere soccorso a tanti impianti industriali (circa 20) in Italia e all’Estero con aggravi di costi e richiesta di pagamenti puntuali che l’Ama non è in grado di soddisfare con negativo riverbero economico e ambientale sulla Città”, scrive intanto il consorzio Colari di Manlio Cerroni in una lettera alla sindaca di Roma che è stata resa pubblica, firmata dall’amministratore unico, l’avvocato Candido Saioni. Ieri Virginia Raggi in una conferenza stampa sui rifiuti, a proposito del minacciato stop agli impianti di smaltimento del patron dell’ex mega discarica di Malagrotta, ha risposto: “Non accettiamo ricatti da questo soggetto”.
“E’ del tutto falso che siano state poste in essere azioni ricattatorie, anzi – risponde il consorzio -. Il Colari ha servito e serve correttamente la Città dal 1° gennaio 1985; fare presente che in assenza del pagamento di quanto dovuto l’attività ne avrebbe risentito non è un ricatto ma una doverosa informazione”. “La verità è che di queste cause abbiamo informato da anni esaurientemente tutte le Autorità interessate”, si legge nella lettera di Colari, “dalle quasi quotidiane nostre comunicazioni a tutte le autorità si ricava agevolmente quali siano i responsabili dell’attuale situazione – conclude Colari -. Speriamo che prima o poi qualcuno pagherà gli enormi danni causati…per ora sono solo Roma e i Romani. Da parte nostra continueremo a fare ogni sforzo possibile per continuare a proseguire nello svolgimento del nostro lavoro a servizio della Città fino a quando sarà possibile”.