“Non siamo vostri nemici”, la lettera ai no vax del primario di rianimazione a Vicenza

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-12-31

Vinicio Danzi ha scritto di proprio pugno una lettera dopo il caso dell’uomo morto nel suo reparto dopo aver rifiutato le cure

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Una lettera scritta all’indomani dell’ennesimo assurdo decesso in ospedale, dove un 48enne di origini veneziane – Alessandro Moles – aveva rifiutato fino all’ultimo le cure nonostante la sua grave infezione polmonare provocata dal Covid. A scriverla è Vinicio Danzi, medico e primario dell’Ospedale San Bortolo di Vicenza, lo stesso nosocomio in cui martedì sera si è spento il no vax veneto. Parole che vogliono ricucire quello strappo provocato da chi ha deciso – per mera ideologia – di non seguire la scienza, con effetti nefasti. I più gravi e irreparabili.

Vinicio Danzi, la lettera del primario di Vicenza ai no vax che rifiutano le cure

Nella lettera di Vinicio Danzi – primario di Rianimazione del San Bortolo di Vicenza, reparto in cui è deceduto Alessandro Moles – pubblicata da Il Corriere Veneto, si fa riferimento proprio a questa assurda battaglia ideologica che non fa altro che mietere vittime.

“Non siamo Vostri nemici, il sistema sanitario nazionale è con Voi, non seguite false illusioni è mistificazioni della realtà che acquisite dal web, o falsi miti propinati anche da colleghi che nell’idiota luce della ribalta appaiono come ‘Guru’ della Medicina”.

Un pensiero che cerca di riavvicinare quell’universo anti-vaccinista al mondo della scienza e delle medicina. Sono sempre più frequenti, infatti, i casi di persone positive che rifiutano le cure e che aggrediscono il personale sanitario che lavora per salvare vite umane. Aspetti che non vengono presi in considerazione da chi, nell’ebrezza del no a tutto, assume certi comportamenti che in alcuni casi risultano fatali.

“Alcuni di Voi credono che Vi raccontiamo falsità quando Vi chiediamo di potervi aiutare con manovre anche invasive di Terapia Intensiva. Pur nel completo rispetto della Vostra autonomia, è perché, ammesso che riusciamo, vogliamo aiutare nel nostro piccolo la Natura a ridarvi la Vostra vita. La Rianimazione è come un ponte su cui Vi poniamo sospeso nel vuoto di un baratro, raccogliendovi dal ciglio e sostenendo le Vostre funzioni vitali finché la Natura, i farmaci o l’intervento chirurgico possano risolvere la cosa, per appoggiarvi poi, se ci riusciamo, sulla sponda opposta”.

Vinicio Danzi, dunque, vuole far capire a tutti che medici e pazienti viaggiano sulla stessa barca. Non si è nemici, soprattutto quando in ballo c’è la salute e la vita delle persone.

(foto: da TGR)

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