Viktoria Roshchyna, la giornalista ucraina rilasciata dopo essere stata costretta a girare un video per la propaganda russa

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-03-22

La giornalista ucraina dell’emittente Hromadske, Viktoria Roshchyna, è stata rilasciata dopo essere stata detenuta per dieci giorni dall’esercito russo

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L’emittente televisiva Hromadske ha annunciato la liberazione di Viktoria Roshchyna, la giornalista ucraina scomparsa dieci giorni fa, il 12 marzo, per mano dell’esercito russo in un blitz nella città di Berdyansk, nel sud est del Paese, tra Mariupol e Melitopol. Adesso è in viaggio verso la sua città natale, Zaporizhzhia. Secondo l’emittente ucraina 24 Tv, per essere rilasciata la giornalista sarebbe stata costretta dai soldati russi a girare un video nel quale fingeva di ringraziare le forze speciali occupanti per averle salvato la vita. Dall’inizio dell’invasione, la reporter stava lavorando in quella fascia di terra tra il Donbass e la Crimea sulla quale l’esercito di Putin ha puntato immediatamente le armi per creare un corridoio con affaccio sul Mar d’Azov. Ad oggi non si hanno invece aggiornamenti su Oleg Baturin e Serhiy Tsyhypa, altri due giornalisti di guerra ucraini scomparsi a Kakhovka e Nova Kakhovka.

Viktoria Roshchyna, la giornalista ucraina rilasciata dopo essere stata costretta a girare un video per la propaganda russa

Nei suoi post sui social Viktoria Roshchyna descriveva il suo lavoro come una vera e propria missione: “Sono andata nelle regioni occupate per dare voce a persone che hanno vissuto senza connessione tutto questo tempo, sotto gli spari, e con il rombo dei carri armati russi. Nei piccoli villaggi, gli invasori si sentono ‘eroi’, sparano ai civili, danno fuoco alle auto, uccidono, saccheggiano. Trasformano la vita delle persone in inferno, traumatizzando la psiche dei bambini. Mi hanno rubato gli strumenti di lavoro, ma non mi toglieranno la voglia di dire la verità sui loro crimini. Non perdonerò mai la Russia. Mai più. Bruceranno all’inferno. E saranno assicurati alla giustizia”.

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