Opinioni
I venti milioni di voti che servono a Renzi per il referendum
Alessandro D'Amato 03/05/2016
Fabio Martini sulla Stampa di oggi fa i conti in tasca a Matteo Renzi in occasione del lancio della campagna per il sì al referendum costituzionale e spiega che al presidente del Consiglio serviranno tra i diciotto e i venti milioni di voti per riuscire a superare il fronte anti-premier che oggi vede uniti e compatti i […]
Fabio Martini sulla Stampa di oggi fa i conti in tasca a Matteo Renzi in occasione del lancio della campagna per il sì al referendum costituzionale e spiega che al presidente del Consiglio serviranno tra i diciotto e i venti milioni di voti per riuscire a superare il fronte anti-premier che oggi vede uniti e compatti i 5 Stelle come la Lega con Forza Italia.
E Renzi sa che non basterà portare milioni di elettori a votare: la vittoria del “sì”, che nel Palazzo viene data scontata, non lo è per uno degli istituti più seri in fatti di sondaggi. Per Euromedia Research, guidata da Alessandria Ghisleri, per anni sondaggista di fiducia di Silvio Berlusconi, la più recente rilevazione parla chiaro: i “no” sono in vantaggio sui “sì”, sia pure di misura: 52 per cento contro 48. Nell’analisi fatta a palazzo Chigi dei risultati del referendum sulle trivelle del 17 aprile, si valuta che non tutti i 15 milioni e mezzo di italiani che sono andati a votare, lo abbiano fatto perché “anti-renziani”. È vero che il presidente del Consiglio aveva consigliato di stare a casa, ma parecchi elettori sono andati alle urne motivati dalla ostilità alla normativa sottoposta a referendum, come dimostra l’alta partecipazione nelle regioni adriatiche, le più interessate alla questione. E dunque, neppure il totale dei sì (13 milioni e 334mila) alla abrogazione alla legge (la posizione più lontana da quella del governo) sono totalmente ascrivibili al fronte degli elettori antiRenzi.
In più, i risultati dei sondaggi non sembrano aiutare il premier. Se le rilevazioni di Agorà del 22 aprile scorso davano il sì in vantaggio, quelle di Euromedia continuano a pronosticare una sconfitta, seppur di misura, del premier:
Eppure, fatte queste premesse contabili e logiche, si valuta in 10-12 milioni il numeri degli elettori che sono andati a votare con l’obiettivo di mandare un messaggio a Renzi. Con una partecipazione che a ottobre si immagina non si fermerà al 31,18% e possa superare quota 50, Renzi dovrà motivare 18-20 milioni di elettori per superare i suoi antipatizzanti. Calcoli non sufficienti, anche perché Renzi sa che non basterà motivare i “propri” elettori. Gli ultimi, attendibili sondaggi sono allarmanti. L’unico istituto che si è occupato in modo sistematico di testare l’opinione degli elettori sul tema referendum è Euromedia, che ha compiuto il primo sondaggio il 5 febbraio: anche allora prevalsero i “no”, ma di strettissima misura: 51 a 49. Il problema, visto da palazzo Chigi, sta proprio in questo: in tre mesi nulla di sostanziale si è modificato nella opinione degli italiani interpellati dall’istituto.