Economia
Il Veneto e le tredici banche in crisi
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2016-05-23
Una delle aree economicamente più dinamiche d’Italia si ritrova con un sistema bancario in grave difficoltà. Vediamo come e perché
Tredici banche in crisi in Veneto. Federico Fubini sul Corriere della Sera oggi torna sulla debolezza del credito italiano concentrando l’attenzione sul caso Veneto: una delle aree economicamente più dinamiche d’Italia si ritrova con un sistema bancario in grave difficoltà: un malessere che investe tutte le realtà locali che in questi anni sono state il credito del territorio e hanno finanziato gli imprenditori di zona, ritrovandosi, con la crisi e i fallimenti, con grossi problemi di liquidità e patrimonio. Ricorda il Corriere:
Alla Popolare di Vicenza e a Veneto Banca sono stati imposti aumenti di capitale senza i quali sarebbe fallite. Il Banco Popolare di Verona copre talmente male i suoi prestiti inesigibili che questi, al netto delle riserve messe da parte per compensarli, sono in proporzione più alti di quelli grande malato Montepaschi; oggi Verona è obbligata a una fusione alla pari con la Popolare di Milano, più piccola, e prima dovrà rafforzarsi. Non mancano poi casi più piccoli, spesso nel credito cooperativo. Prima di CrediVeneto, dal 2012 la Banca d’Italia ha commissariato la banca di Monastier e del Sile per un anno e mezzo, quindi la Bcc Euganea nel 2013, la Banca del Veneziano e il Credito Trevigiano nel 2014. La Bcc di Marostica è un altro caso, Banca Padovana è stata salvata dalla Bcc di Roma in extremis, Banca Marca ha visto le dimissioni di parte del vertice dopo l’ultima ispezione e la Bcc Atestina è stata accorpata a una concorrente. Quanto a Antonveneta, resta alla radice della crisi di Mps.
È una densità di dissesti e perdite senza pari in Italia. E non è facile capire perché, ma alcuni indizi aiutano. La tempesta perfetta del Veneto ricorda quelle di altre economia dinamiche dell’euro, la Spagna o l’Irlanda. Con l’avvio della moneta crollano i tassi d’interesse e il credito alle imprese nella regione esplode fra il 1999 e il 2001 da 47 a 107 miliardi, a prezzi correnti: il Veneto pesa meno di un decimo dell’economia italiana eppure concentra più di un decimo dei prestiti descrivibili come «produttivi». Il problema è che non lo sono, non sempre. Mentre il credito alle imprese venete compie un balzo del 125% nei primi dodici anni dell’euro (sempre a prezzi correnti), l’economia cresce appena del 39%. Ogni euro di prestiti ai produttori genera un reddito sempre minore. È il sintomo di una bolla e della qualità insufficiente degli investimenti, di cui il Veneto è solo un emblema nel Paese.
L’elenco delle tredici banche in crisi comprende la BCC di Marostica, nel frattempo incorporata dalla Banca del Trentino Alto Adige, Veneto Banca, il cui rafforzamento è stato imposto dalla BCE, CrediVeneto, in liquidazione coatta amministrativa da maggio 2016, Banco Popolare, in fusione con BPM e con un aumento di capitale imposto dalla BCE; la Bcc di Monastier commissariata nel 2012, la Banca della Marca che ha ricevuto ispezioni dalla BCE e ha fatto dimettere i vertici, la BCC Euganea, acquisita da Banca Sviluppo, Antonveneta che è stata l’origine della crisi MPS, la Banca Atestina, salvata dalla fusione con Banca Prealpi, la Banca Popolare di Vicenza con rischi patrimoniali e vigilanza BCE, la Banca del Veneziano commissariata, la Banca Padovana salvata dalla BCC di Roma e il Credito Trevigiano, commissariato nel 2014.