Tra bancarotte e referendum sull'euro, il pessimo rapporto di Varoufakis con la stampa italiana

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2015-03-08

Per la seconda volta in un mese al ministro delle Finanze greco vengono attribuite dichiarazioni bomba, che poi lui alla fine smentisce. Una situazione sempre più curiosa

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Prima Presa Diretta e adesso il Corriere della Sera. Yanis Varoufakis deve essere particolarmente sfortunato con la stampa italiana, visto che le sue parole per la seconda volta in un mese lo portano a smentire quanto riportato prima dalla trasmissione di Rai3 e adesso dal più autorevole quotidiano italiano.
 
VAROUFAKIS E L’ITALIA A RISCHIO BANCAROTTA
Quello che successe un mese fa è ancora piuttosto vivo. In un’anticipazione del programma Presa Diretta si mostra un’esclusiva intervista al ministro delle Finanze greco, in cui lui parla di un’Italia a rischio bancarotta. La frase incriminata è la seguente: «Dei funzionari italiani, non vi dico di quale grande istituzione, mi hanno avvicinato per darci solidarietà, ma non possono dire la verità perché anche l’Italia è a rischio bancarotta e temono conseguenze da parte della Germania. Una nuvola di paura negli ultimi anni ha avvolto tutta l’Europa, stiamo diventando peggio dell’ex Unione Sovietica». Nell’intervista di Presa Diretta, qui ripresa dal Corriere della Sera, si sente la frase tagliata di Varoufakis:

Parole su cui Renato Brunetta tenta subito di montare una polemica politica. Ma ovviamente il ministero dell’Economia italiano non gradisce:


Finché non arriva la smentita di Varoufakis, il quale sostiene che con quella frase si stava riferendo a funzionari italiani del Fondo Monetario Internazionale che all’epoca del salvataggio della Grecia gli avevano detto quella frase sul debito, che quindi non si riferiva all’attualità. E uno.
 
VAROUFAKIS E IL REFERENDUM SULL’EURO
Niente “incidenti” invece nelle altre interviste rilasciate a Repubblica firmate da Eugenio Occorsio. La seconda però è molto più pesante. Il Corriere della Sera titola così stamattina in prima pagina:

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La prima pagina del Corriere della Sera su Varoufakis e il referendum sull’euro

Nell’intervista a firma di Danilo Taino però Varoufakis parla solo di referendum, e la specifica “sull’euro” è aggiunta dall’intervistatore. Vista la delicatezza del tema (e quanto scompiglio potrebbe generare sui mercati una frase del genere), ci si aspetta però che sia stata aggiunta dopo attenta verifica. Anche se stride enormemente con quanto affermato prima sempre da Varoufakis a proposito del tema del Grexit: «Chi viene a investire in Grecia se si parla continuamente di “Grexit”, della nostra uscita dall’euro? Parlare di “Grexit” è velenoso. Quando cesserà, e questa è una scelta politica, ci sarà un rimbalzo, molta esuberanza, persino il rischio che si creino bolle. Per questo voglio che la ripresa abbia basi solide. E queste vengono dall’accordo con l’Europa».
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La domanda e la risposta sul referendum nell’intervista di Varoufakis al Corriere

Il quotidiano nell’edizione on line tra l’altro non mette il referendum nel titolo, anche se quella dovrebbe essere la notizia più “succosa” visto che rappresenterebbe da parte di Syriza un tentativo di far saltare il tavolo faticosamente costruito nelle settimane precedenti, con l’accordo stiracchiato all’Eurogruppo oggi di nuovo in pericolo. Poco prima delle 2 del pomeriggio però le agenzie di stampa battono una smentita netta.  Il ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis intendeva “un referendum sulle misure” da adottare per uscire dalla crisi e non un referendum sull’euro. Così fonti del governo di Atene precisano le dichiarazioni di Varoufakis rilasciate nell’intervista al Corriere della Sera.  L’ipotesi di un referendum, sulle misure del Governo, secondo un portavoce di Atene non è “uno scenario di base” e anzi viene definita un’ipotesi “sfortunata”, in quanto significherebbe che i negoziati con i creditori sono falliti. Cosa che l’esecutivo ellenico non si augura. Sull’Eurogruppo di domani a Bruxelles infine, il governo greco non si aspetta che venga dato il via libera a tranche di aiuti, conclude il comunicato (una previsione prontamente avveratasi). Insomma, alla fine anche la frase sul referendum era stata male interpretata dalla stampa italiana. Due volte su due.

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