Varoufakis: perché votare no al referendum

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2015-07-02

Il ministro delle finanze greco Yanis Varoufakis ha pubblicato un post sul suo blog per spiegare perché i greci dovrebbero votare no al referendum. Il post è interessante perché spiega molto sulla trattativa tra Grecia ed Europa e su come è andata a finire: Vediamo i punti: I negoziati sono fermi perché i creditori a) …

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Il ministro delle finanze greco Yanis Varoufakis ha pubblicato un post sul suo blog per spiegare perché i greci dovrebbero votare no al referendum. Il post è interessante perché spiega molto sulla trattativa tra Grecia ed Europa e su come è andata a finire:
varoufakis euro dracma
Vediamo i punti:

I negoziati sono fermi perché i creditori a) si sono rifiutati di ridurre l’insostenibile debito pubblico di Atene e (b) pretendono che venga ripagato dai membri più deboli della società greca, dai loro figli e dai loro nipoti.

Qui è più importante la prima affermazione che la seconda: conferma infatti – come detto anche ieri da Alexis Tsipras – che l’obiettivo della Grecia è sempre stata la ridiscussione dell’enorme debito pubblico di Atene e delle condizioni di restituzione. Questo punto, la cui assenza ha fatto saltare la trattativa tra Atene e Berlin… OPS, Bruxelles, è anche quello che ha causato la riapertura della stessa quando Jean Claude Juncker ha deciso di concedere l’apertura. E fa anche capire perché non si siano messi d’accordo sul resto.

Il Fondo monetario internazionale, gli Stati Uniti, altri governi mondiali e molti economisti sono d’accordo sul fatto che il debito vada ristrutturato.

Verissimo. Non solo: FMI ed Europa sono pienamente consapevoli che il debito è “impagabile”, come scoperto l’altroieri dal Guardian.

L’eurogruppo in passato (novembre 2012) ha ammesso che il debito di Atene dovrebbe essere ristrutturato ma oggi si rifiuta di prendere questo impegno in modo concreto.

Dopo l’annuncio del referendum, le istituzioni europee hanno fatto capire che sono pronte a discutere una ristrutturazione del debito. Questi segnali mostrano che anche le istituzioni europee, se si trovassero nella stessa situazione in cui si trova il popolo greco, voterebbero no.

Vale quanto detto prima.

La Grecia rimarrà nell’euro. I depositi nelle banche greche sono salvi. I creditori hanno scelto la strategia del ricatto sulla base della chiusura delle banche. L’attuale situazione di stallo è dovuta a questa scelta dei creditori e non alla decisione del governo greco di abbandonare le trattative o dall’idea del governo greco di uscire dall’euro. La Grecia deve restare nell’eurozona e nell’Unione europea e questo punto non è negoziabile.
Il futuro chiede che la Grecia resti nell’eurozona e nel cuore dell’Europa. Il futuro chiede che i greci votino no il 5 luglio e che, con il potere dato dal voto, il governo greco rinegozi il debito pubblico e la distribuzione degli oneri fiscali tra i ricchi e i poveri.

Qui Varoufakis invece, forse è un po’ troppo ottimista.

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