Variante Delta, individuati due focolai a Brindisi

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-06-15

Il presidente della Regione Puglia ha detto che la situazione è monitorata, ma si è detto preoccupato per la sua resistenza e l’alto tasso di contagiosità

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Il timore di una nuova ondata di contagi è cresciuto negli ultimi giorni. Prima il caso del cluster nella palestra di Milano, con la situazione che sembra esser circoscritta ma i cui effetti saranno visibili a distanza di almeno una settimana (o dieci giorni). Poi quel doppio focolaio di variante Delta in Puglia individuato a Brindisi, dove 25 persone sono risultate positive al tampone. E si tratta di quella variante che ha provocato la crescita dei contagi anche in Gran Bretagna, con il premier Boris Johnson costretto a rimandare di almeno un mese la rimozione delle restrizioni.

Variante Delta in Puglia, individuato un focolaio di 25 persone a Brindisi

“Stiamo seguendo molto attentamente la variante Delta che è la variante indiana – ha spiegato il Presidente della Regione Puglia -. La variante Delta ha ricominciato a fare contagiati in Inghilterra e c’è un focolaio a Brindisi che è stato strettamente monitorato, speriamo di aver individuato tutti i soggetti contagiati. La variante Delta ci preoccupa molto perché potrebbe essere meno sensibile ai vaccini e quindi potremmo non avere ad ottobre l’effetto favorevole dell’immunità di gregge”.

I dati citati da Michele Emiliano sono frutto delle notizie che arrivano da Oltremanica, dove i contagi sono cresciuti nelle ultime settimane dopo che i numeri si erano notevolmente abbassati dopo l’avvio della campagna vaccinale. Allo studio, infatti, c’è la resistenza di questa variante del virus Sars-CoV-2 ad alcuni dei vaccini. In particolare, come evidenzia uno studio pubblicato sulla rivista Lancet, con riferimento ai risultati di una ricerca effettuata in Scozia. Si tratta di dati parziali, ma le evidenze parlano (al momento) di:

Considerando l’intera coorte di popolazione (piuttosto che solo i casi ospedalieri), l’analisi negativa al test per stimare l’efficacia del vaccino nella prevenzione dell’infezione da SARS-CoV-2 confermata dalla RT-PCR ha mostrato che, rispetto a quelli non vaccinati, almeno 14 giorni dopo la seconda dose, BNT162b2 (vaccino Pfizer-BioNTech) offriva un’ottima protezione: 92% (95% CI 90-93) gene S negativo, 79% (75-82) gene S positivo. Protezione associato con ChAdOx1 nCoV-19 (vaccino Oxford-AstraZeneca) è stato, tuttavia, sostanziale, ma ridotto: 73% (95% CI 66-78) per S casi gene-negativo contro il 60% (53-66) per chi S gene- positivo.

Ovviamente si tratta di un campione parziale e ristretto. In Italia resta grande l’attenzione dopo il caso della palestra di Milano e questo focolaio di variante Delta in Puglia, a Brindisi.

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