Politica
I dati senza senso del Ministro Valditara sui giovani e il reddito di cittadinanza
neXtQuotidiano 23/11/2022
Il “capo” dell’Istruzione vuole collegare il rdc al completamento della scuola dell’obbligo. Ma nei numeri citati emergono moltissime incongruenze
Si può essere contrari al reddito di cittadinanza, ma da un Ministro di un governo in carica ci si aspetta chiarezza quando vengono esposti e narrati alcuni dati fondamentali per comprendere il tessuto sociale all’interno del quale è stato inserito un sussidio di Stato. Tutto ciò non è avvenuto oggi nel corso dell’assemblea dell’Anci, quando è intervenuto il numero uno del dicastero dell’Istruzione Giuseppe Valditara per spiegare una strana “correlazione” tra i giovani che hanno avuto accesso al rdc e il loro livello di studio.
Valditara dà i numeri sui giovani e il reddito di cittadinanza (e sbaglia)
Nel corso dell’assemblea, il Ministro Valditara ha sciorinato alcuni dati che fanno riferimento a una platea anagrafica di percettori del reddito di cittadinanza ben definita. Parliamo di una fascia di età che va dai 18 ai 29 anni. E lì, come spiegato dal “capo” dell’Istruzione, si paleserebbe un vulnus:
“In Italia ci sono 364.101 percettori di reddito di cittadinanza nella fascia compresa tra i 18 e i 29 anni. Di essi, abbiamo scoperto che ben 11.290 possiede soltanto la licenza elementare o addirittura nessun titolo, e altri 128.710 soltanto il titolo di licenza media. Ebbene, noi riteniamo si debba prevedere l’obbligo di completare il percorso scolastico per chi lo abbia illegalmente interrotto o un percorso di formazione professionale nel caso di persone con titolo di studio superiore ma non occupate né impegnate in aggiornamenti formativi, pena in entrambi i casi la perdita del reddito, o dell’eventuale misura assistenziale che dal 2024 lo sostituirà”.
Un’analisi basata sui numeri e, come spesso accade, i dati raccontano una verità inoppugnabile. Il problema, però, è l’interpretazione che si fa di tutto ciò. E per capire di cosa stiamo parlando, riportiamo la frase con cui Valditara ha chiuso il proprio discorso sui giovani, il loro percorso scolastico e il reddito di cittadinanza:
“Questi ragazzi preferiscono percepire il reddito anziché studiare e formarsi per costruire un proprio dignitoso progetto di vita”.
Riannodiamo il nastro partendo dall’inizio: il reddito di cittadinanza è stato approvato dal governo Conte-1 all’inizio del 2019. Da quel momento sono moltissimi gli italiani che hanno fatto richiesta di accesso al sussidio. Allo stato attuale – come certificato dai dati citati dal Ministro – 11.290 percettori hanno solo la licenza elementare (o neanche quella), mentre 128.710 hanno ottenuto al massimo la licenza media. Quindi, sui 364.101 percettori del reddito di cittadinanza nella fascia 18-29 anni, ben 140mila persone non hanno completato il loro percorso nella scuola dell’obbligo (che in Italia è indicata fino al compimento dei 16 anni).
Dov’è il problema?
Secondo Valditara, come certificato dalla sua ultima frase pronunciata all’assemblea dell’Anci, i ragazzi che hanno rinunciato a completare il percorso scolastico lo hanno fatto perché “preferiscono percepire il reddito”. Ma se il 40% di questo campione non ha completato le scuole dell’obbligo ed è inserito nella fascia d’età tra i 18 e i 19 anni (ricordando che il sussidio è entrato in vigore nel 2019), come è possibile che la loro decisione di abbandonare le scuole sia legata al reddito di cittadinanza. Seguendo un mero criterio anagrafico (e matematico), possono essere – per fattori temporali – pochissimi (e solo i più giovani) ad aver compiuto questa scelta con il solo obiettivo di inseguire il sussidio di Stato. Insomma, i dati saranno sicuramente corretti, ma la correlazione indicata dal Ministro fa acqua da tutte le parti.