Il vaccino Johnson & Johnson solo agli over 60?

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-04-14

Le prime 184mila dosi Johnson & Johnson arrivate in Italia ieri rimarranno nell’hub di Pratica di Mare “fino al termine degli accertamenti”. Cosa succederà dopo? L’ipotesi di riservarlo agli over 60

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Le prime 184mila dosi Johnson & Johnson arrivate in Italia ieri rimarranno nell’hub di Pratica di Mare “fino al termine degli accertamenti” dopo la sospensione del vaccino negli Usa. Le dosi al momento quindi non saranno distribuite alle Regioni ma verranno “tenute nei container alla temperatura prevista per la loro conservazione”. Cosa succederà quando le indagini saranno terminate? L’ipotesi è che, come per Astrazeneca, il vaccino verrà raccomandato per gli over 60

Il vaccino Johnson & Johnson solo agli over 60?

L’agenzia europea del farmaco Ema sta “indagando sui casi” di trombosi rare segnalate dopo la vaccinazione anti-Covid “per decidere se sia necessaria un’azione” dal punto di vista “regolatorio”, ha dichiarato l’agenzia Ue in uno statement rimbalzato sulla stampa internazionale, dopo la decisione Usa di mettere in pausa le somministrazioni del vaccino anti-Covid Johnson & Johnson, a seguito di 6 casi segnalati su 6,8 mln di dosi inoculate. L’Ema ha avviato la revisione sui segnali di sicurezza riguardanti questo prodotto scudo, come annunciato nei giorni scorsi facendo il punto su quanto emerso dalla riunione del Comitato di farmacovigilanza Prac dell’Agenzia, e ha precisato che al momento “non è chiaro se c’è un link causale fra il vaccino e i coaguli” osservati. Per quanto riguarda l’Italia ieri il ministro Speranza ha ribadito che verrà utilizzato, spiegando: “È un vaccino importante che ha una caratteristica che per noi ha un particolare significato: riesce a immunizzare con una sola dose, anziché due. Rispetto alla scelta fatta dagli Stati Uniti, l’azienda ha scelto di non immettere sul mercato immediatamente il vaccino in Europa e di fare prima i controlli sui dati americani”, ha aggiunto. Il ministro della Salute ha poi ribadito come “la scelta statunitense è una scelta precauzionale” e la “scelta di Johnson & Johnson di non immettere immediatamente in commercio il vaccino in Europa è anch’essa una scelta di natura precauzionale. Il nostro auspicio – ha sostenuto Speranza – è di poter al più presto sciogliere questi nodi e usare anche questo vaccino che sarebbe il quarto, e che a noi serve particolarmente”. Oggi Repubblica spiega che si pensa di riservarlo, quando verrà dato il via libera, agli over 60. E fa un po’ di conti su come potrebbe essere condizionata la campagna vaccinale con questo nuovo, al momento solo ipotizzato, aggiustamento:

Il vero effetto negativo dell’eventuale limitazione di Johnson&Johnson si verificherà invece a luglio. Perché sarà allora che si rischierà di creare un “buco” per chi ha tra i 55 e i 60 anni. E di complicare la vaccinazione dei quarantenni, che il governo sperava di immunizzare in fretta con l’unico composto monodose, e che invece dovranno fare affidamento solo su Pfizer e Moderna

Guido Rasi, ex direttore esecutivo dell’Agenzia europea del farmaco Ema, spiega che il rischio è praticamente inesistente: “Sei casi di un evento avverso che potrebbe essere correlato alla vaccinazione, su quasi 7 milioni di dosi somministrate, rappresentano un rischio che – quando anche fosse confermato un possibile legame con il vaccino – sarebbe comunque un rischio inferiore a quello che corriamo con qualsiasi azione quotidiana. Capisco che sia sempre più difficile spiegarlo alla gente, però andrebbe fatto capire, a fronte di una protezione molto alta conferita dal prodotto e di un pericolo veramente reale con cui facciamo i conti ogni giorno a causa del virus”. E su La Stampa gli fa eco Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dello Spallanzani e tra i più ascoltati esperti del Cts, che paragona la probabilità di ammalarsi di COVID con quella di subire un effetto collaterale da vaccino:

«Che la probabilità di vaccinarsi e di avere una trombosi è una su un milione mentre quella di non vaccinarsi e di contrarre il Covid è una su cento, ma per essere più chiari forse è il caso di dare due numeri ancora più semplici: nei primi sette giorni di aprile in Italia sono morte di Covid oltre 3.000 persone, in Gran Bretagna 212. Serve aggiungere altro?

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