Economia
Uscire dall'euro: Confindustria dice la sua
neXtQuotidiano 15/03/2015
Giorgio Squinzi parla dell’argomento con il Corriere
Il Corriere della Sera intervista oggi Giorgio Squinzi, che parla anche dell’ipotesi di uscire dall’euro portata avanti da alcuni partiti e movimenti politici in Italia:
Si riferisce alle misure di Draghi?
«Ma sì. Il “quantitative easing”di Draghi ha dimostrato che pensando all’Europa come una cosa sola e non come una sommatoria di Paesi si possa agire per il bene comune».
A dire il vero la Germania vorrebbe che gli stimoli economici si fermassero subito.
«E ci credo: loro hanno già tassi a zero, pensi al vantaggio competitivo di un’azienda tedesca nei confronti di un’impresa italiana che chiede un prestito alla banca. Per questo mi sembra poco lucido chi pensa di uscire dall’euro».
A chi si riferisce? Salvini,Grillo?
«A quelli che vogliono uscire dall’euro. Abbiamo stimato che se accadesse, il prodotto interno lordo la ricchezza che produciamo si ridurrebbe di colpo del 30%. Serve più Europa non meno Europa».
Ma anche voi vi lamentate della burocrazia europea.
«Certo, più Europa non significa regole minuziose e invadenti,ma per esempio livelli fiscali comuni. Mi spiega perché una mia azienda in Italia deve avere una pressione fiscale del 55% e in Polonia la stessa azienda del 19%?».
Me lo dica lei.
«Perché la politica di Draghi ha in mente l’Europa, molti altri leader europei no. Il semestre italiano ha mostrato che si poteva passare da una direzione orientata al mero rigore e all’amministrazione contabile a una bussola più orientata alla crescita. Sarebbe autolesivo non sfruttassimo questo quadro positivo».