Università: cosa riapre dal 4 maggio

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-05-04

Tirocini, attività di ricerca e di laboratorio, consultazione di biblioteche dal 4 maggio potranno essere svolti/e in presenza, a condizione che vi sia un’organizzazione degli spazi e del lavoro tale da ridurre al massimo il rischio di prossimità e di aggregazione, rispettando le misure organizzative previste di prevenzione e protezione

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Iel ministero dell’Università e della Ricerca guidato da Gaetano Manfredi ieri ha pubblicato una nota in cui spiega che “Tirocini, attività di ricerca e di laboratorio, consultazione di biblioteche dal 4 maggio potranno essere svolti/e in presenza, a condizione che vi sia un’organizzazione degli spazi e del lavoro tale da ridurre al massimo il rischio di prossimità e di aggregazione, rispettando le misure organizzative previste di prevenzione e protezione”.

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Nel caso in cui sia difficile garantire le due condizioni indicate (organizzazione degli spazi e del lavoro e rispetto delle norme di prevenzione e protezione) gli atenei sono autorizzati ad individuare i modi per svolgere le attività pratiche anche a distanza. “Il mio auspicio e il mio obiettivo, dall’inizio della pandemia, sono stati sempre quelli di poter garantire un rapporto diretto tra studenti e docenti – ha detto il ministro – e siamo riusciti, con grande rapidità e grazie alla determinazione di tutto il sistema universitario, a proseguire a distanza l’attività didattica e a svolgere esami e tesi di laurea. Ora è arrivato il tempo in cui c’è il bisogno che l’Università torni a essere comunità, privilegiando dove possibile anche l’attività in presenza, seppur prendendo tutte le precauzioni del caso”.

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I numeri dell’università (La Stampa, 27 aprile 2020)

Lauree ed esami universitari possono riprendere anche in presenza ma toccherà agli atenei decidere se sia possibile un’organizzazione degli spazi che riduce al massimo il rischio di aggregazione. Ci sarà una prova orale unica a distanza per le abilitazioni nella prima sessione del 2020: “Per le professioni di dottore agronomo e dottore forestale, agrotecnico, architetto, assistente sociale, attuario, biologo, chimico, geologo, geometra, ingegnere, perito agrario, perito industriale, psicologo, odontoiatra, farmacista, veterinario, tecnologo alimentare, dottore commercialista, esperto contabile e revisore legale, per la prima sessione del 2020, gli esami di Stato di abilitazione per l’acceso alla professione consisteranno in un’unica prova orale a distanza”, ha detto Manfredi. Poi c’è la ricerca. In Italia “abbiamo grandi ricercatori, io sono ricercatore e so bene qual è il mio mondo, un mondo fatto di persone di grandissima qualità. Dobbiamo fare leva su questo patrimonio, la ripartenza del Paese può avvenire solo dalle competenze”, ha detto il ministro ai microfoni di Rtl 102.5 durante “L’Indignato Speciale”. “Abbiamo visto tanti colleghi che – ha aggiunto – hanno dato un grande contributo a questa crisi, chiaro è che i ricercatori adesso sono molto popolari, questo capita sempre quando c’è un’emergenza; il problema è che spesso dopo si dimentica della ricerca che rappresenta la leva fondamentale per garantire sicurezza, stabilità, qualità della vita”. Secondo Manfredi il “grande patrimonio della ricerca italiana: dobbiamo coltivarlo e rafforzarlo perché, ho avuto contatti continui con l’Europa per mettere in campo una serie ampia di progetti nei settori del Covid e nei settori affini, c’è stima nei confronti della ricerca italiana a livello internazionale”.

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