Politica
Bossi non eletto, anzi sì: cosa è successo al Viminale con la ripartizione dei collegi plurinominali
neXtQuotidiano 28/09/2022
Il fondatore della Lega, dunque, resta in Parlamento
Colpa di un errore nel conteggio fatto (e ufficializzato) dagli uffici elettorali del Ministero dell’Interno. Colpa dei tecnicismi di una legge elettorale destinata – come da previsioni – a rendere possibili queste gaffe clamorose. Nella giornata di ieri, noi come tutte le altre testate (che oggi lo hanno anche raggiunto per raccogliere il suo racconto amaro di quella che sembrava essere una clamorosa “sconfitta) avevamo dato la notizia della mancata elezione di Umberto Bossi. Il senatore della Lega, fondatore del Carroccio, fuori dal Parlamento dopo 35 anni. Non era una fake news, ma oggi quella notizia è stata superata dagli eventi e il “Senatur” continuerà a esercitare il suo ruolo di parlamentare. Come deputato.
Umberto Bossi è stato eletto alla Camera, l’errore del Viminale
L’errore è stato commesso dal Viminale che sul portale dedicato alle elezioni (e alla suddivisione dei collegi) aveva escluso il nome di Umberto Bossi (e del tesoriere della Lega Giuliano Centemero, anche lui entra in Parlamento dopo la “revisione). Oggi, invece, il fondatore del Carroccio risulta essere stato inserito tra gli eletti del partito di Matteo Salvini nel collegio plurinominale Lombardia 2.
Perché si è arrivati a questo caos? La spiegazione arriva da un esperto di leggi elettorali come Roberto Calderoli. E oltre all’errore palese del Viminale nell’attribuzione provvisoria dei collegi plurinominali, c’è il complicato sistema elettorale che porta a quello che è stato rinominato “effetto flipper”:
“Tutto è corretto fino all’attribuzione dei seggi delle coalizioni a livello nazionale, ovvero sulla base della cifra elettorale nazionale di coalizione dei partiti che abbiano superato l’1%. L’errore nasce dal passaggio successivo dove la cifra elettorale di coalizione nella circoscrizione deve comprendere anche i partiti che hanno superato l’1% anche quando questi non hanno raggiunto il 3% perché questo dice la legge, cosa che loro non hanno fatto sottraendo già a livello circoscrizionale la lista di ‘+Europa’, creando una serie di seggi deficitari che coinvolgono 13 circoscrizioni su 28. La ripartizione finale dei seggi ai singoli partiti che abbiano superato il 3% è stata fatta in maniera corretta, ma purtroppo l’errore è a monte”.
Insomma, tecnicismi figli di una legge elettorale che ha provocato danni di rappresentanza e di scelta (soprattutto dopo la riduzione del numero di parlamentari).
(Foto IPP/Cavaliere Emiliano)