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Il Regno Unito può revocare la Brexit

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-12-10

La sentenza della Corte di Giustizia dell’UE che rischia di movimentare la vita del governo May

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Il Regno Unito è libero di revocare in modo unilaterale la Brexit. Lo stabilisce una sentenza odierna della Corte di giustizia dell’UE che non mancherà di movimentare la vita del governo May. La decisione arriva mentre il ministro dell’ambiente britannico conferma che l’uscita è prevista per il 29 marzo 2019.

Il Regno Unito può revocare la Brexit

Nella sentenza si spiega che il Regno Unito è libero di revocare unilateralmente la notifica delle sue intenzioni di ritirarsi dall’Unione Europea: una tale revoca, decisa nel rispetto delle proprie regole costituzionali, avrebbe per effetto che UK resterebbe nell’Unione Europea con i termini già accordati all’epoca della sua entrata come stato membro. La Corte ha confermato l’avviso dell’avvocatura generale reso pubblico il 4 dicembre.

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La decisione arriva mentre martedì 11, in una sola mano, Theresa May si giocherà il destino del governo – e forse quello della Brexit – nella ratifica dell’accordo di divorzio dall’UE attesa al voto della Camera dei Comuni sotto i peggiori auspici per la premier Tory britannica. Un appuntamento da rien ne va plus che l’inquilina di Downing Street non intende – e probabilmente non può ormai – posticipare. Ma al quale, contro tutte le previsioni, insiste a non accettare di presentarsi quale vittima sacrificale designata.

La Brexit all’appuntamento del voto martedì 11

La May ha parlato ieri al Mail On Sunday prospettando il rischio di elezioni anticipate in caso di mancato ok alla ratifica, con lo spauracchio di Jeremy Corbyn in arrivo che secondo lei  – ma lui non si è mai espresso in questi termini – farebbe saltare la Brexit. Ma anche la destra unionista irlandese del DUP le ha dichiarato guerra. L’affondamento del compromesso faticosamente chiuso con Bruxelles possa spianare una strada men che accidentata verso un’intesa migliore (più hard o più soft, a seconda delle preferenze) o magari verso quella rivincita referendaria a cui settori trasversali del parlamento guardano in queste ore con rianimata fiducia. Spinti anche da un ultimo sondaggio Bmg che dà ora i Remain al 52% nel Paese (non senza suscitare le cautele di chi ricorda pronostici di segno pressoché identico sparpagliati alla vigilia della vittoria della Brexit nel 2016).

theresa may elezioni giugno 8

I venti del dissenso anti-May a Westminster fra i banchi d’una maggioranza a pezzi sono ancora fort. Come confermano tanto le parole di Boris Johnson, che a nome dei falchi euroscettici ribadisce alla Bbc di considerare non votabile la proposta May, salvo l’inverosimile eliminazione del backstop imposto da Bruxelles sul confine Irlanda-Irlanda del Nord. Quanto quelle di colombe ‘pro-Remain’ come la brexiteer pentita Sarah Wollaston, che rinvia a dopo l’eventuale mancata ratifica la presentazione in aula d’una mozione in favore del referendum bis: opzione non più esclusa come extrema ratio nemmeno da qualche ministro pronto a svincolarsi dalla premier.

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