La fine della storia di Tuiach che manifestava mentre era in malattia (è stato licenziato)

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-11-12

A raccontare di essere sceso in piazza nonostante fosse ufficialmente in malattia era stato proprio Fabio Tuiach. Ora la leggerezza sembra essergli costata molto cara

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A rivelarlo era stato proprio Fabio Tuiach. L’ex ex consigliere comunale di Trieste aveva infatti spiegato a Il Corriere della Sera che durante le manifestazioni dei portuali no pass: “Ufficialmente ero in malattia. Se sono stato in piazza, non l’ho fatto negli orari in cui avevo l’obbligo di restare a casa per le visite fiscali, sono stato quindi corretto”. Ora quella leggerezza gli è costata cara: è arrivato il licenziamento da parte del porto di Trieste.

La fine della storia di Tuiach che manifestava mentre era in malattia (è stato licenziato)

Tuiach non solo aveva senza problemi rivelato il particolare che ha portato al suo licenziamento ma aveva anche sottolineato come il suo medico nutrisse più di una perplessità nel firmare il certificato: “Lunedì sera (18 ottobre, ndr) mi hanno riempito di botte e sono tornato a casa scosso dopo lo sgombero. Ho chiesto quindi al mio medico di mettermi in malattia, nonostante lui inizialmente mi avesse risposto che non poteva farlo perché tutti mi avevano visto in piazza ed ero finito su giornali e tv”. Il portuale secondo Ansa sarebbe risultato in malattia a partire dal 19 ottobre. Perché è stato licenziato? L’Agenzia per il lavoro portuale del Porto di Trieste (Alpt) contesta la versione dell’ex consigliere che avrebbe tenuto un comizio mentre era in malattia e sarebbe stato visto, ma anche filmato e fotografato nelle ore consentite dalla legge per le persone costrette a casa perché in malattia, come lui sosteneva per difendersi. Tuiach ha commentato così il licenziamento ad alcuni media locali: Ho cinque figli, mia moglie è commessa part time: andremo a mangiare alla Caritas. Mi vogliono distruggere.  Lavoro in porto da quando avevo 18 anni: ora farò valutare la mia posizione da un avvocato e spero la situazione si risolva quanto prima consentendomi di tornare a lavorare in porto. Non mi resta che pregare, andando a recitare il rosario in piazza dell’Unità”.

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