Luca Traini, la Cassazione conferma la condanna a 12 anni per strage

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-03-24

Il 3 febbraio del 2018 sparò contro sei tra uomini e donne di origine africana. Il “Lupo di Macerata”, che in casa aveva libri su Hitler e Mussolini, aveva rivendicato la sparatoria dicendo di voler vendicare il delitto di Pamela Mastropietro.

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La Corte di Cassazione ha confermato la condanna a 12 anni di reclusione per Luca Traini, il 31enne che a Macerata il 3 febbraio 2018 sparò contro diversi migranti ferendone sei. I giudici della sesta sezione penale di Piazza Cavour hanno confermato il reato di strage aggravata dall’odio razziale, come chiesto dal sostituto pg di Cassazione Marco Dall’Olio: “Confermare la condanna a 12 anni di reclusione per il reato di strage nei confronti di Luca Traini, che a Macerata il 3 febbraio 2018 sparò contro diversi migranti ferendone sei. Quella mattina, per il suo sciagurato tour della morte, è uscito di casa con una pistola Glock e una scatola di munizioni e voleva uccidere una moltitudine indeterminata di persone”. Traini, allora 28enne, rivendicò la sparatoria dicendo di voler vendicare il delitto di Pamela Mastropietro.

Traini, nel suo ‘tragico tour’, sparò anche contro la sede locale del Pd, e in casa gli furono trovati libri su Mussolini e Hitler. Il ‘Lupo di Macerata’, che rivendicò la sparatoria dicendo di voler vendicare il delitto di Pamela Mastropietro, nell’ottobre del 2018 è stato condannato in primo grado, con rito abbreviato, a 12 anni per i reati di strage aggravata dall’odio razziale e porto abusivo d’arma. Condanna poi confermata in Appello nel 2019.

Chi è Luca Traini, l’uomo condannato a 12 anni per strage

Era il 3 febbraio 2018 quando l’allora 28enne gettò nel panico la città di Macerata. Traini, a bordo della sua auto, sparò contro diversi migranti di origine africana, ferendone sei. Il fatto avvenne pochi giorni dopo il ritrovamento a Macerata del cadavere della 18enne Pamela Mastropietro, fatta a pezzi e nascosta in due trolley. Traini, dopo essere stato fermato dai carabinieri, rivendicò il raid xenofobo dicendo di aver voluto vendicare la morte di Pamela.

Il processo in primo grado, con rito abbreviato, si concluse nell’ottobre del 2018 con una condanna a 12 anni per i reati di strage aggravata dall’odio razziale e porto abusivo d’arma. “Scusate, ho sbagliato, anche la mia ex fidanzata assumeva sostanze” disse in aula il ‘Lupo di Macerata’ sostenendo di aver agito sulla spinta del ‘bombardamento mediatico’ seguito all’omicidio di Pamela. La condanna a 12 anni di reclusione è stata poi confermata in Appello nel 2019.

Su Traini la Cassazione si era già espressa nel luglio 2019, respingendo la richiesta della difesa di concedere gli arresti domiciliari. Per i giudici della prima sezione penale, quello di Traini è un “reato di estrema gravità” commesso da una persona di “spiccatissima pericolosità sociale” e per questo, scrivevano i giudici nelle motivazioni, persiste il “rischio di recidiva derivante dalla perdurante mancanza di comprensione dei fatti”.

Confermare la condanna a 12 anni di reclusione per il reato di strage nei confronti di Luca Traini, che a Macerata il 3 febbraio 2018 sparò contro diversi migranti ferendone sei. E’ la richiesta del sostituto pg di Cassazione Marco Dall’Olio fatta davanti ai giudici della sesta sezione penale di Piazza Cavour. Traini, allora 28enne, rivendicò la sparatoria dicendo di voler vendicare il delitto di Pamela Mastropietro.

 

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