Trading online e algoritmi al tempo del Coronavirus

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-05-20

Nelle ultime settimane sono scoppiate delle polemiche in merito agli algoritmi finanziari, ovvero all’utilizzo massiccio della tecnologia per la gestione automatizzata degli investimenti

article-post

Nelle ultime settimane sono scoppiate delle polemiche in merito agli algoritmi finanziari, ovvero all’utilizzo massiccio della tecnologia per la gestione automatizzata degli investimenti. Questo sistema, che delega ormai appena il 10% delle operazioni finanziarie alle azioni manuali dei trader, sarebbe in parte responsabile del crollo delle borse del 12 marzo scorso, almeno secondo alcuni esperti.

In realtà gli algoritmi sono adoperati da più di 30 anni nella finanza, inoltre sono programmati da trader e informatici sulla base di precise indicazioni e formule matematiche. Tuttavia, alcune mosse sono parse davvero sorprendenti, infatti non tutti hanno perso soldi con la caduta drammatica dei mercati. Ad esempio, Jeff Bezos, fondatore e amministratore delegato di Amazon, avrebbe venduto il 3% del suo pacchetto azionario poco prima del bagno di sangue.

Lo stesso avrebbero fatto altri manager e investitori, riducendo sensibilmente le perdite che avrebbero riscontrato senza un tale tempismo, come riportato da un’inchiesta del Wall Street Journal. Anche Euklid, fondo d’investimento che opera esclusivamente con algoritmi automatizzati, il cui fondatore e CEO è l’italiano Antonio Simeone, avrebbe previsto la crisi e investito short poco prima dell’avverarsi della tragedia finanziaria dovuta al coronavirus. Ma cosa c’è di vero in tutto ciò?

Cos’è il trading algoritmico e come funziona

Al giorno d’oggi il trading online è un connubio sempre più stretto tra tecnologia, esperienza e capacità professionali. Come si evince dalle guide specializzate di Meteo Finanza, portale che si occupa da anni di investimenti, risparmio e tutto che riguarda il settore finanziario, matematica e informatica stanno ricevendo sempre più importanza nel mondo dei mercati.

Si tratta di un fenomeno del tutto normale, dovuto al progresso tecnologico e a un modello che tende al continuo perfezionamento delle performance. Il tempo di reazione di un essere umano, anche se allenato e con una grande esperienza alle spalle, non potrà mai essere inferiore ad alcuni minuti o al massimo secondi. Le macchine invece sono in grado di assicurare una reattività immediata, nell’ordine di centesimi di secondo.

È ovvio come tale capacità consenta di intervenire in modo istantaneo, allo stesso tempo non è questo il solo vantaggio. Gli algoritmi che monitorano e studiano i mercati finanziari, infatti, sono utili perché riescono ad analizzare una quantità sorprendente di dati, scovando anomalie e segnali laddove sarebbero impossibili da vedere ad un trader in carne e ossa.

Naturalmente esistono anche altre strategie, le quali al posto della quantità di informazioni prediligono la qualità dei dati monitorati. In questo modo l’attenzione si sposta su quei fattori principali, le cui sfumature offrono un aiuto per decifrare in maniera quanto più possibile precisa i cambiamenti microscopici. I trader professionisti cercano le tendenze per capire quando e come investire, gli algoritmi di trading online le microtendenze più piccole e nascoste.

Gli algoritmi possono sostituire il trading tradizionale?

Viste le premesse è lecito chiedersi se gli algoritmi possano sostituire i trader umani. Secondo alcuni la risposta è si, per altri invece ciò non avverrà mai, in quanto i computer hanno dimostrato in passato che possono andare in tilt e compiere errori madornali, bruciando miliardi in pochi secondi.

Senza dubbio sembra difficile in un settore come quello finanziario, in cui il 70% delle operazioni sono realizzate da sistemi automatizzati guidati da programmi di intelligenza artificiale. Eppure, le critiche a questo modello sono sempre di più, tra cui la recente presa di posizione di Andrea Baranes, vicepresidente di Banca Etica. In una intervista pubblicata su la Repubblica, Baranes afferma che dovremmo tornare a una finanza più umana.

Nel dettaglio il numero due di Banca Etica sottolinea come la speculazione finanziaria sia la causa principale dell’instabilità, in quanto se tutti gli algoritmi prevedono una crisi l’enorme quantità di vendite a catena realizzerà di fatto un crollo sistemico. Ciò invece potrebbe essere evitato, o almeno ridotto contenendo tale atteggiamento da parte degli investitori, specialmente quando il problema non è di natura finanziaria ma come in questo caso economico.

Alcuni analisti, come lo stesso Antonio Simeone di Euklid, sostengono che gli algoritmi si limitano a scoprire una tendenza che si verificherebbe comunque, senza nessun tipo di influenza diretta. Una posizione opposta a quella di Baranes, che invece propone di sostituire una visione fredda, tecnologia e incentrata sul breve termine con un modello di lungo termine, rivolto alla sostenibilità e al valore dell’impresa.

Potrebbe interessarti anche