Nessuno vuole essere Ministro dell’Economia del governo Meloni

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-10-10

Dopo il no di Fabio Panetta arriva anche quello di Dario Scannapieco. E ora si fa il nome di Giancarlo Giorgetti

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AAA cercasi. Mentre proseguono gli incontri – l’ultimo ad Arcore, nella villa di Silvio Berlusconi – per cercare una quadra nel totoministri, si sussegue la raffica di “no” che Giorgia Meloni sta ricevendo dai candidati papabili per la guida del Ministero dell’Economia. In origine fu Fabio Panetta (membro del board della BCE), poi è arrivato il turno di Dario Scannapieco, economista di rilievo (con ruoli dirigenziali nazionali e internazionali) e ora alla guida di Cassa Depositi e Prestiti. Ma le risposte negative che sta ricevendo la prossima Presidente del Consiglio sembrano essere come ciliegie: una tira l’altra.

Totoministri, Meloni continua ricevere “no” all’Economia

Come riporta oggi il quotidiano La Repubblica, il centrodestra è alle prese con il “caso Ronzulli”: Berlusconi prosegue la sua trattative per dare un “ministero di peso” alla sua esponente. Ma da Fratelli d’Italia arrivano continui e secchi “no” che non stanno facilitando la soluzione al “gioco” del totoministri. E sullo sfondo, parlando di dicasteri importanti (sempre, ma soprattutto ora con i riflessi della situazione internazionale che stanno colpendo l’Italia da mesi), c’è il Ministero dell’Economia. Giorgia Meloni sembra non riuscire a trovare la quadra per completare la squadra del suo governo, con i tasselli di questo mosaico che sembrano essere ancora dispersi.

Due “tecnici”, infatti, hanno detto no alla proposta di guidare il dicastero del Tesoro. Prima Fabio Panetta, ora il direttore generale e amministratore delegato di Cassa Depositi e Prestiti Dario Scannapieco. A chi affidare, dunque, il Ministero dell’Economia e delle Finanze? Le soluzioni in ballo sembrano essere ancora molte. Più o meno tecniche. Sembra essere svanita l’ipotesi di una suddivisione del MEF (niente scissione tra “Economia” e “Finanze”) e nelle ultime ore è salito nelle gerarchie il nome di Giancarlo Giorgetti. L’attuale numero uno del Mise, infatti, potrebbe essere la figura di mediazione all’interno delle trattative per completare quella squadra di governo da proporre al Quirinale. Il suo nome, a differenza delle aspettative iniziali, è stato proposto proprio da Fratelli d’Italia. Ma i rapporti incrinati (per usare un eufemismo) con Matteo Salvini potrebbero bloccare il tutto. Perché la Lega, che da tempo chiede posti in ministeri di rilievo, sembra poco convinta di “regalare” un dicastero di questo tipo a una figura – quella di Giorgetti – da tempo ai ferri corti con il segretario del partito.

Gli altri nomi

Il “no”, dunque, questa volta arriverebbe da una delle gambe della maggioranza a sostegno del prossimo e imminente governo. Dunque, si cerca l’ennesima soluzione: dalla figura ibrida (tra il tecnico e il politico) di Giulio Tremonti a quella di Domenico Siniscalco. Entrambi si sono già seduti, in passato, sulla poltrona del vertice di via XX settembre, ma i loro nomi non sembrano convincere, in particolar modo, Fratelli d’Italia. Poi c’è anche Gaetano Micciché, numero uno della divisione Imi di Banca Intesa. Personalità differenti tra loro, per profili e differenze a livello dirigenziale e manageriale. Ma il tempo stringe e nel “gioco” del totoministri, soprattutto per il MEF, sono state pescate troppe carte che hanno risposto “no”.

(foto IPP /Silvia Loré)

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