Assolto dallo stupro, la ragazza in primo grado: “Gli dissi ‘Che stai facendo, non voglio’ e gli chiesi di smetterla”

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-07-09

Il racconto in primo grado di giudizio della vittima di un presunto stupro a Torino: il giovane era stato condannato ma è stato assolto in appello

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Hanno fatto molto discutere le motivazioni della sentenza con la quale ieri i giudici della Corte d’appello di Torino avevano assolto in appello un ragazzo che in primo grado era stato condannato a due anni, due mesi e venti giorni per lo stupro una coetanea. Secondo i magistrati “non si può affatto escludere che all’imputato la giovane abbia dato delle speranze, facendosi accompagnare in bagno, facendosi sporgere i fazzoletti, tenendo la porta socchiusa, aperture lette certamente dall’imputato come un invito ad osare”. I fatti risalgono al 9 maggio 2019 e in quell’occasione, come ribadito dalla ragazza al primo processo, da parte sua c’era stata l’esplicito diniego del consenso.

Assolto dallo stupro, la ragazza in primo grado: “Gli dissi ‘Che stai facendo, non voglio’ e gli chiesi di smetterla”

Il suo racconto ai giudici fu ritenuto coerente: “Sono entrata in bagno, lui era dietro di me, gli ho chiesto di porgermi dei fazzoletti e me li ha dati. Ho notato che la porta era socchiusa, vado per chiuderla ma lui era già dentro. Gli dico a voce sostenuta: ‘Che c… stai facendo?’, lui non mi dava retta, continuavo a dirgli di smettere. Mi ha aperto la zip dei pantaloni, strappando la chiusura, abbassandomeli. Con forza mi ha girato. ‘Non voglio, smettila!’ ho ripetuto. Ma lui ha messo la mano davanti alla bocca, ho sentito il suo corpo appiccicato al mio. Una sensazione di lieve dolore, non so se c’è stata penetrazione. Mi sentivo male e mi veniva da vomitare”.

La difesa dell’imputato: “Mi sono fermato quando l’ha chiesto”

Diametralmente opposto il racconto dell’imputato: “Mi ha dato la sua borsetta, io l’aspettavo fuori, la porta è rimasta socchiusa. Lei non aveva tirato l’acqua, allora sono entrato e l’ho fatto io. A quel punto si siamo guardati negli occhi e dati un bacio”. Poi il giovane ha affermato che sarebbe stata la ragazza a girarsi. Ma “dopo 30 secondi di rapporto ha detto: ‘Basta, basta!’ e io mi sono fermato. Si è girata, era pallida. È uscita dal bagno e ha vomitato. L’ho aiutata, mi ha dato il telefono chiedendomi di chiamare la sorella”. “La denuncia – ha aggiunto – mi ha devastato: non avevo mai fatto male a una donna, anzi sempre del bene”.

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